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Donne, in Toscana l’imprenditoria femminile soffre ma resiste

Le imprese femminili toscane sono 95.122 si cui 84.213 attive e pesano per il 24% del totale delle imprese della regione. I settori principali sono il commercio (36,7%), i servizi (32,8%), agricoltura (14,5%), manifatturiero (12%), edilizia (3,5%): nel dettaglio la maggior parte di delle aziende femminili opera in altre attività di servizi (54%), in sanità (41%), in agricoltura e pesca (31%). Il settore meno “rosa” sono le costruzioni (5,6%).

La fotografia dell’imprenditoria femminile, secondo i dati della Camera di Commercio di Firenze (a giugno 2022), è stata fatta durante il convegno nazionale “Il ruolo dell’imprenditoria femminile-La resilienza del modello toscano tra crisi e ripartenza” organizzato a Firenze da Aidda in occasione dei 60 anni della delegazione toscana dell’Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti d’Azienda.

Il convegno è stato introdotto da Paola Butali, presidente delegazione Toscana Aidda, e da Antonella Giachetti, presidente nazionale Aidda, e moderato dal giornalista Cesare Peruzzi. Dopo i saluti istituzionali sono intervenute Cristina Acidini, storica dell’Arte e presidente dell’Accademia delle Arti e del disegno e della Fondazione Opera di Santa Croce, Paola Castellacci, amministratore delegato Adiacent Gruppo SeSa, Grazia Francescato, leader ambientalista e consulente Aidda sostenibilità, Antonella Mansi, industriale chimica e presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia-Prato, Teodossia Tziveli, past president Confindustria Firenze Moda, e Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria Firenze e Toscana.

Partendo da un’analisi sullo stato delle imprese toscane oggi e sottolineando come la situazione continua a modificarsi con sempre maggiori complicazioni e con una accelerazione mai vista prima, mettendo in seria discussione la capacità di sopravvivenza di una grande parte del tessuto imprenditoriale toscano (fenomeno comune a tutta Italia), sono state analizzate le aree di forza che hanno fino ad oggi caratterizzato il nostro territorio visti da occhi femminili. Quindi sono stati stimolati il presidente di Confindustria e la presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana a dare il loro punto di vista in merito alla capacità di questi punti di forza di resistere anche alla tempesta attuale e i suggerimenti necessari per utilizzarli al fine di uscire dalla tempesta stessa.

“Tenuto conto che i problemi sul tavolo sono ormai di carattere più internazionale che nazionale – dice la presidente nazionale di Aidda Antonella Giachetti – Aidda auspica fortemente che le forze politiche che governeranno il Paese acquisiscano la consapevolezza che, oltre alla necessità improrogabile di intervenire per bloccare gli effetti su imprese e famiglie dell’aumento dei costi energetici al fine di evitare l’ecatombe, debba essere contemporaneamente assunta una visione strategica economica internazionale dove venga interamente ripensato il sistema, interrompendo la consuetudine di trovare soluzione ai problemi ultimi che si presentano senza andare all’approfondimento delle cause originarie. La dipendenza del Paese da materie prime e produzioni o catene di produzioni, anche per la tanto auspicata ‘transizione ecologica’, posizionate all’estero e spesso in Paesi non necessariamente affidabili per ragioni geopolitiche, deve trovare risposta in una visione complessiva che produca politiche per ridefinire passaggi negoziali sovranazionali e per riportare produzioni strategiche in Italia ed in Europa”.