Physical Address
304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124
Physical Address
304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124
Con tre significativi restauri in corso, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria apre in questi giorni una nuova tappa nel cammino di conservazione e di restituzione al pubblico delle molte opere d’arte conservate all’interno dell’edificio sacro e della sua antica biblioteca.
Monsignor Francesco Bachi, parroco e rettore del Seminario Maggiore Interdiocesano S. Caterina, annuncia l’avvio dei restauri del Trionfo di San Tommaso d’Aquino (1323), tempera su tavola di Lippo Memmi – grazie al contributo della Fondazione Pisa –, e della Cattedra di San Tommaso, rarissimo manufatto ligneo del XIII sec. – grazie al contributo dei parrocchiani di Santa Caterina.
Il terzo restauro, in questo caso finanziato dall’Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8×1000, riguarda invece il seicentesco Atlante di Vincenzo Coronelli, conservato nella Biblioteca Cathariniana.
Il dipinto, una tempera su tavola, datato al 1323, è stato per molto tempo attribuito a Francesco Traini, come indicato da Giorgio Vasari, ma recenti studi stilistici hanno riaperto il dibattito intorno all’autore che al momento è stato individuato nel senese Lippo Memmi. Traini avrebbe invece collaborato alla realizzazione della pala.
Al centro è ritratto San Tommaso d’Aquino mentre in mano tiene la Summa contra gentiles e quattro manoscritti. Accanto a lui si riconoscono Platone e Aristotele; sotto i suoi piedi, sdraiato, Averroè. Sopra il santo sono Gesù Cristo giudice, i quattro evangelisti, San Paolo e Mosé.
L’opera doveva sporgere in origine dal tramezzo sopra il pulpito del predicatore domenicano, quasi come se il santo aquinate suggerisse la predicazione. Nel tempo la tavola fu spostata in vari punti della chiesa e persino ‘spuntata’ per essere inserita sopra un altare. Nel 1944, per salvarlo dai bombardamenti degli Americani, il dipinto fu portato “sui barrocci” (così ricordava don Guido Corallini, rettore storico di Santa Caterina) alla Certosa di Calci. Da qui uscì alla fine degli anni ’50 e, restaurato nel 1959, ritornò nella chiesa.
Fino a pochi giorni fa, prima di essere prelevato per il restauro, il dipinto era collocato sulla parete sinistra della chiesa, in corrispondenza della Cattedra di San Tommaso. Il restauro è stato finanziato dalla Fondazione Pisa con circa 60 mila euro e affidato ai professionisti della ditta Lo Studiolo di Lucca. L’intervento promosso su questo capolavoro, considerato un momento di svolta nella pittura trecentesca, durerà un anno e offrirà l’occasione per approfondimenti e studi che potrebbero portare a nuove conoscenze in merito.
In corrispondenza della parete sinistra della Chiesa di Santa Caterina, fondata nel 1220 dai domenicani, si trova, all’interno di una cattedra lignea del ‘600, un’altra cattedra duecentesca, proveniente dallo studio domenicano e dalla quale i padri domenicani insegnavano filosofia e teologia. Secondo la tradizione, da questa cattedra avrebbe insegnato San Tommaso d’Aquino, quando nel 1265 arrivò a Pisa con l’incarico di dirigere gli studi della provincia romana dell’Ordine Domenicano.
Questo manufatto ligneo viene menzionato nel 1665 nel Libro delle ricordanze del convento e fu collocata nella chiesa di Santa Caterina, dopo l’incendio del 1650, come preziosa reliquia.
Grazie al contributo dei parrocchiani (15.000 euro), la Cattedra sarà sottoposta al restauro conservativo affidato al Centro di Restauro ligneo di Massarosa di Michele Paoletti.
Si tratta di una rarissima e monumentale raccolta di carte e vedute di isole (include 151 tavole), che rappresenta l’ultimo degli isolari concepiti e disegnati dal padre Coronelli (1650-1718), cartografo della Serenissima.
Le mappe sono state create sulla base della geografia classica, conosciuta ai tempi di Tolomeo, Strabone e Mela. Il Corso geografico uscì in diverse edizioni con numeri diversi di carte, che venivano vendute anche separatamente, al ritmo di sei carte al mese per due anni (in realtà furono incise tra il 1688 e il 1692 nell’attrezzatissima officina cartografica del convento dei Frati, dove lavoravano anche incisori stranieri, soprattutto olandesi).
L’opera mira, con una barocca e minuziosa ricerca del dettaglio, alla celebrazione dei possedimenti della Serenissima e rappresenta anche un punto di passaggio tra cartografia classica e cartografia più razionale.
Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, gli isolari vennero progressivamente soppiantati dagli atlanti di moderna concezione, opere a stampa caratterizzate da crescente precisione scientifica e da sempre minore pregio artistico.
L’intervento sull’Atlante, affidato al laboratorio fiorentino Philobiblion del restauratore Claudius Schettino, è stato finanziato dall’Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8×1000, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Pisa e con la supervisione della Soprintendenza ai beni librari e archivistici della Regione Toscana. Il rientro dell’Atlante nella Biblioteca Cathariniana e la sua presentazione al pubblico sono programmati per il mese di settembre.
I diversi interventi di restauro, conservazione e restituzione al pubblico del patrimonio storico-artistico e religioso della chiesa e del convento di Santa Caterina fanno parte di una operazione iniziata da monsignor Guido Corallini e ora proseguita da monsignor Francesco Bachi. Dalla fine del 2019 si segnalano le ricollocazioni del Miracolo di San Raimondo che resuscita un morto, opera del XVII secolo di Cesare Varchesi, della Predicazione di San Vincenzo Ferreri, di Pietro Dandini (metà XVII sec.), del Martirio di Santa Caterina, dipinto da Orazio Lomi Gentileschi, della Madonna del Rosario di Giovan Battista Tempesti e della Presentazione di Gesù al tempio di Girolamo Scaglia.
“Ringraziamo ancora una volta la Fondazione Pisa che risponde sempre con generosità ai progetti di restauro e conservazione del patrimonio storico artistico della nostra chiesa – commenta monsignor Francesco Bachi -. Nel caso di questi tre restauri in corso – aggiunge – desidero ringraziare anche i nostri parrocchiani, la Conferenza Episcopale Italiana e l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Pisa nella persona di Francesca Barsotti. Ricordo infine che la chiesa di Santa Caterina è sempre aperta, ogni giorno dalle 8 alle 20, e che, come ormai da diversi anni, per tutto il periodo estivo celebriamo la messa domenicale anche alle 21, per consentire a chi torna dal mare di non perdere l’occasione di incontrarsi con la Parola di Dio”.