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Novanta chili di esplosivo al plastico. Tanti ne servirono quella domenica pomeriggio del 19 luglio di 30 anni fa, quando la mafia fece saltare in aria, in via D’Amelio, il giudice Paolo Borsellino. Una strage nella quale perirono anche 5 agenti della scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, e che seguì, a 57 giorni di distanza, quella di Giovanni Falcone a Capaci. Questa mattina l’amministrazione comunale di Cascina ha voluto ricordare la strage di via D’Amelio deponendo una corona alla stele della legalità, posta proprio davanti all’ingresso del Municipio. “Con questo gesto – hanno detto il sindaco Michelangelo Betti e l’assessora alla legalità Francesca Mori – prosegue il nostro percorso di testimonianza e commemorazione delle stragi di mafia del 1992. A maggio abbiamo ricordato l’uccisione di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta, a Capaci con un’iniziativa in teatro per le scuole, oggi deponiamo questa corona per Paolo Borsellino e per gli agenti della sua scorta. Due giudici che hanno sacrificato la propria vita alla lotta alla mafia e che Cascina non intende affatto dimenticare perché ‘la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi’, come ebbe a dire Antonino Caponnetto ai funerali di Borsellino”.
Alla commemorazione erano presenti, oltre al sindaco e all’assessora Mori, il vicesindaco Cristiano Masi e gli assessori Giulia Guainai e Claudio Loconsole.