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Il fischio d’inizio di Italia-Francia, oggi domenica 10 luglio, debutto della Nazionale di Milena Bertolini all’Europeo di calcio in Inghilterra, scavalcherà la Manica e sarà musica per le orecchie di qualsiasi donna di sport azzurra. Con il varo ufficiale del professionismo delle giocatrici da parte della Federcalcio e l’entrata in vigore dal primo luglio perché diventi operativo dal prossimo campionato (riformato a dieci squadre, con poule scudetto e poule salvezza, al via a fine agosto), Euro 2022 diventa infatti una pietra miliare — certo quasi fuori ogni tempo massimo, ma meglio tardi che mai — sulla strada della nostra evoluzione.
“A livello psicologico, la certezza del professionismo sarà un grande stimolo per le ragazze e motivo d’orgoglio — conferma dal ritiro della Nazionale Chiara Marchitelli, ex portiere, oggi dirigente accompagnatore dell’Italia e membro del sindacato delle calciatrici —. Abbiamo abbattuto il muro di chi credeva che il calcio fosse uno sport per soli uomini: d’ora in poi l’avvicinamento delle bambine al nostro mondo sarà più facile e il professionismo farà crescere tutto il settore in termini di spettatori, sponsor e interesse mediatico». È stata una battaglia, combattuta testa alta e palla al piede a partire dai sorprendenti quarti di finale del Mondiale 2019 e poi sostenuta dalla capitana azzurra Sara Gama e dalle sue sorelle in consiglio federale, la sede in cui il presidente della Figc Gabriele Gravina, prima Federazione del Coni a promuovere le donne allo status di professioniste, ha promesso ciò che aveva mantenuto. «Un momento più unico che raro — ha sottolineato il passaggio il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò —. Bravo calcio, ma è abbastanza insostenibile pensare che la ventunesima giocatrice della squadra più scarsa del campionato femminile riceva uno stipendio minimo e altre super atlete come Sofia Goggia o Paola Egonu siano considerate dilettanti…”Fonte: corriere.it