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Dopo soltanto una settimana dalla manifestazione a Coltano del 2 giugno, cui come Legambiente abbiamo partecipato con entusiasmo, spunta adesso la proposta di realizzare la base militare nel comune di Pontedera.
Lo slogan del 2 giugno: NO BASE né a Coltano né altrove, è subito diventato: NO BASE né a Coltano né a Pontedera.
Pisa e le immediate vicinanze sono uno dei territori più militarizzati d’Europa con 3 basi militari che occupano oltre 1.000 ettari di territorio, varie caserme e un poligono di tiro, un aeroporto militare, una linea ferroviari dedicata al trasporto di armi. Molte di queste strutture si trovano all’interno di un Parco Naturale istituito con Finalità completamente diverse da quelle militari. Una simile concentrazione, con la vicinanza di raffinerie di petrolio e un rigassificatore, non è certo una garanzia di sicurezza come abbiamo visto nelle tragiche vicende dell’aggressione russa all’Ucraina.
Non c’è bisogno di nuove basi né nel comune di Pisa né nelle vicinanze; eventuali esigenze di strutture residenziali e di addestramento, possono essere soddisfatte senza consumo di suolo e utilizzando gli edifici
militari esistenti, molti dei quali inutilizzati, anche a seguito dell’abolizione del servizio militare di leva obbligatorio. A meno che le strutture inutilizzate non siano già nel mirino di manovre speculative immobiliari,
dato che alcune (caserme, ex Distretto Militare) sono situate in aree urbane molto “appetibili”. Per questi motivi, l’immediata disponibilità del sindaco di Pontedera a cementificare alcune decine di ettari del territorio comunale per ospitare la Base, ci ha lasciato veramente sconcertati.
E’ possibile che lo “sviluppo” in Valdera debba passare per forza dalla cementificazione? Questo modello di consumo della risorsa non rinnovabile costituita dal suolo, che in Valdera si accompagna agli impianti di
smaltimento dei rifiuti con una concentrazione che non ha uguali nel resto della Regione, è veramente così vantaggioso per le comunità locali?
Invece di dare disponibilità allo sperpero di 190 milioni di euro per realizzare una struttura la cui utilità è tutta da dimostrare, avremmo preferito vedere la rivendicazione di investimenti nelle scuole , che mancano o sono da ristrutturare, o in strutture sanitarie o in servizi che invece vediamo continuamente diminuire .
Anche a Pontedera sta nascendo un movimento come quello che contesta il progetto di Pisa, e in collegamento con il Coordinamento nazionale. Noi ci saremo, la nostra associazione farà la sua parte.