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Ospite del podcast televisivo israeliano “The Podium” il calciatore del Pisa Yonatan Cohen ha raccontato il suo primo anno in Europa con la divisa nerazzurra. Il suo racconto comincia dalla finale con il Monza, riporta La Nazione, con una Serie A sfuggita ai tempi supplementari: “L’atmosfera era pazzesca allo stadio, non ho mai vissuto un’esperienza del genere in vita mia. I decibel erano pazzeschi e il pubblico ci ha fatto impazzire – racconta Cohen –. Abbiamo iniziato sulle ali dell’entusiasmo e dopo dieci minuti eravamo già sul 2-0. Nel secondo tempo la partita è tornata in parità, poi sono entrato all’85’ e pochi minuti dopo abbiamo fatto il 3-2 che ci ha mandato ai supplementari”.
Purtroppo però la marcia del Pisa è terminata in quei 30 minuti: “I difensori erano sfiniti, non ne avevano più, avevano stretto i denti troppo a lungo. Speravamo di andare ai calci di rigore, avevamo tanti giocatori capaci di calciarli e un portiere migliore degli avversari, ma non ce l’abbiamo fatta. Peccato, ce lo meritavamo noi”.
Cohen parla anche del suo presente e del suo futuro: “Ho un contratto col Pisa e le mie ambizioni sono di rimanere in Toscana – confessa Cohen –. Voglio restare e poi guardare al futuro. Spero che Pisa sia un altro trampolino di lancio per la mia carriera”. Da Israele chiedono poi al giocatore nerazzurro se in futuro possa o meno tornare al Maccabi Tel Aviv: “Ogni squadra è un’opzione – dichiara Cohen –, ma ho un contratto col Pisa e intendo rispettarlo”. Cohen oggi si sente un giocatore migliore rispetto a quello che era un anno fa: “Sono inequivocabilmente un giocatore migliore oggi – confessa Cohen –. Sono cresciuto in cose in cui ero debole e questo l’ho visto nei miei primi due mesi in Italia. Ad esempio, perdevo facilmente la palla quando mi premevano mentre ero di spalle, ma sono anche diventato più forte fisicamente e ho anche imparato a mettere tutto il corpo prima di prendere una palla e fare alcune azioni veloci”. “Oggi penso più velocemente – prosegue l’israeliano –. Se rimango a questi livelli il più possibile, migliorerò e crescerò ancora di più”.
Il numero 11 del Pisa fa anche un passo indietro raccontando della lunga trattativa che ha visto i dirigenti nerazzurri trattare con i vertici della proprietà Israeliana, dal proprio punto di vista. “Quando parlai con la proprietà – ricorda Cohen -, mi fu detto che non potevamo liberarmi perché non potevano sostituire i miei numeri in attacco e non c’era nessun isrealiano in grado di farlo. All’inizio il Maccabi rifiutò l’offerta del Pisa, ma poi dall’Italia non si sono arresi. Tel Aviv resterà sempre casa mia”. “Purtroppo non è facile andare in Europa se non in tarda età – ammette Cohen -. Ci sono giocatori che avrebbero il potenziale, ma arrivano ad esprimersi ad alti livelli in Israele solo a 22-23 anni, raggiungendo il culmine a 25 anni. Così la strada per l’Europa è più difficile”.