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Torna alla tradizione lo scambio di visite “di amicizia” con la città di Saint Tropez. Una delegazione del Comune di Pisa, a cui ha partecipato quest’anno anche il sindaco Michele Conti, è stata ospite della città provenzale dal 16 al 18 maggio, per assistere ai tre giorni di festeggiamenti denominati “Bravade” in onore del santo pisano Torpè.
Il legame tra Pisa e Saint Tropez rientra in una relazione di “amicizia” che risale al 1915 quando un militare francese, reduce dalla Guerra dei Dardanelli, in breve sosta a Pisa entrò casualmente nella chiesa di San Torpè scoprendo il reliquiario con la testa del martire custodita. A partire dal 1955, ogni anno, una nutrita delegazione di “tropesiennes” raggiunge Pisa il 29 aprile in pellegrinaggio per venerare il Santo. Visita ricambiata nel successivo mese di maggio dalla delegazione pisana, per partecipare alla festa padronale che celebra l’arrivo del corpo del Santo Torpes, denominata “Bravade”, che risale al 1558.
Quest’anno la delegazione del Comune era composta dal sindaco Michele Conti, dal vicesindaco Raffaella Bonsangue e da Gino Mannocci in rappresentanza del Consiglio Comunale. Come ogni anno erano presenti anche quattro valletti del Comune di Pisa,nei tipici costumi rossi per portare a spalla la statua del Santo durante i giorni della “Bravade”, compito che da cinquant’anni, proprio in segno di amicizia, viene concesso solo a valletti pisani.
Caïus Silvius Torpetius, divenuto poi San Torpete o Tropezio, era un patrizio e ufficiale romano nativo di Pisa, martirizzato “in Litore Pisano” per il suo credo cristiano al tempo di Nerone. Il corpo decapitato fu lanciato alla deriva con un gallo e un cane su una barca alla foce dell’Arno arrivando fino alle coste provenzali, mentre la testa rimase a Pisa, oggi conservata nella chiesa di San Torpè ai Bagni di Nerone, all’interno di un bel reliquiario d’argento. Era il 17 maggio dell’anno 68 e il luogo dove l’imbarcazione si spiaggiò è quello dove oggi sorge Saint Tropez.