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Riportiamo integralmente il comunicato stampa giunto in redazione con l’intervista all’estremo difensore del Ponsacco:
“Lo confesso: all’inizio Genova e la vita della città mi mancavano un po’, ma mi sono ambientato velocemente grazie soprattutto ai compagni, quelli che vivono con me nella foresteria, ma anche tutti gli altri: Ponsacco è diventata casa mia”. Benvenuti nel mondo di Alessandro Bulgarelli, il portiere in mountain bike, che gira il paese in bici e il sabato pomeriggio o il mercoledì sera si piazza davanti alla tv del circolo “La Rinascita”, insieme agli altri frequentatori del locale, per seguire le gare di campionato o di Champions League. “Non da solo – sorride il numero uno rossoblù -: con me ci sono quasi sempre anche Lici, Tazzer, Remorini, Calabrese e Albanese”. E’ questo ragazzo di poco più di 18 anni, nato nel capoluogo e creciuto con la maglia rossoblù del Genoa, con la quale ha fatto tutta la trafila nelle giovanili fino alla Primavera, il portiere della squadra meno battuta (appena sette reti al passivo in 13 gare) nonché della nuova capolista del girone E di Serie D (sia pure in coabitazione con il Tuttocuoio). “Altroché se è stato difficile ambientarsi nel “calcio dei grandi” – dice l’estremo difensore rossoblù -: qui quando esci va a sbattere contro attaccanti di quasi 30 anni, le assicuro che non è la stessa cosa che scontrarsi con coetanei. La fisicità è molto diversa e anche l’intensità delle partite”.
Guida la difesa meno battuta del campionato e, anche questo, paradossalmente, per un portiere può essere un problema: “I compagni che giocano davanti a me, sono fortissimi e, dunque, non capita spesso di ricevere tiri in porta e, dunque, non è così banale rimanere concentrati – spiega -. In questo mi sta aiutando tantissimo il lavoro specifico e i consigli di mister Mattolini (l’allenatore dei portieri dell’Fc Ponsacco 1920 ndr): mi suggerisce di partecipare tanto al gioco, anche con la voce, in modo da rimanere sempre partita”. Consigli utili per crescere ancora “perché sicuramente devo migliorare ancora molto – spiega -: In cosa? In cosa: in primo luogo nelle uscite alto e poi nelle comunicazione con il reparto difensivo perché, specialmente all’inizio, ero un po’ in soggezione avendo di fronte elementi della personalità ed esperienza dei vari Lici, Colombini e Mazzanti. Non è facile per un ragazzo della mia età guidarli e a volte anche richiamarli, ma un portiere lo deve fare”.
Così, una partita dopo l’altra, è arrivata la vittoria nello scontro al vertice con il Tuttocuoio e il primo posto. Sul punto, però, il giovane portiere rossoblù ha le idee chiare: “Dobbiamo rimanere tutti con i piedi per terra perché il difficile viene adesso: dal punto di vista psicologico preparare una gara come quella i neroverdi è assai più semplice di quella di domenica con il Sangimignano. E poi da ora in poi ci aspetteranno tutti al varco”.