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Pontedera, Dg Giovannini spiega il suo addio: “Non c’era più unità di intenti”

In settimana c’è stata la separazione tra il Pontedera e il direttore Generale Paolo Giovannini, dopo un matrimonio di dieci anni fatto di grandi successi, promozione nella serie C unica, salvezze ottenute con grande anticipo, qualificazioni ai playoff, e soprattutto la scoperta e valorizzazione di calciatori che hanno poi spiccato il volo in serie superiori. Qualcosa, soprattutto nell’ultima stagione è cambiato, quindi ha deciso di interrompere il contratto – consensualmente con il club- che lo legava fino al 30 giugno del 2024. Ecco le sue dichiarazioni raccolte a Tuttoc.com

In questo momento c’è un clima diverso dai miei primi 7-8 anni. Poi questo non so se dipenda da un certo appagamento relativo ai risultati sportivi ottenuti, ad alcune scelte sbagliate societarie o all’avvicendamento della proprietà, io non lo so, ma non c’è più quel clima. L’unità di intenti tra città, tifoseria, amministrazione comunale, direttore ed allenatore valgono molto di più di qualsiasi scelta tecnica. Sono cose che possono accadere, ma quando vengono meno è giusto ritrovarle altrimenti il risultato sportivo può venire meno. La salvezza è stata importante e più sudata perché sono cambiate anche le metodologie di lavoro. A febbraio-marzo solitamente avremmo già iniziato a prolungare i contratti ai giocatori, cosa che non è avvenuta perché si sentiva nell’aria la possibilità di cambiamenti societari e per non lasciare situazioni pesanti non sono stati proposti i rinnovi. E queste cose la squadra le ha avvertite, ritrovando con più difficoltà le motivazioni in settimana. Allo stesso modo lo hanno capito i tifosi che si sono allontanati. Il clima, a lungo andare, non ci ha permesso di ottenere i risultati ottenuti precedentemente. Questa mia stanchezza mi ha portato a prendere questa decisione“.