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Ucraina, Monni: “Oltre 10mila profughi in Toscana”. L’UNHCR all’unità di crisi

“Con oggi sono state superate le diecimila presenze di profughi ucraini in Toscana”. Lo rende noto l’assessora alla protezione civile Monia Monni che ieri, venerdì 6 maggio, era presente alla consueta unità di crisi sull’accoglienza alla quale partecipano anche le prefetture toscane, i Comuni capoluogo, l’Anci, l’Upi, le strutture regionali competenti e le rappresentanze del mondo del terzo settore e del volontariato di protezione civile. Nel dettaglio sono 10.028 profughi ucraini, di cui 4.272 minori; di questi sono 1.105 quelli accolti nelle strutture CAS e 784 negli alberghi di prima accoglienza, gestiti dal sistema di protezione civile regionale in collaborazione con Comuni e associazioni di volontariato, mentre i restanti sono in sistemazione autonoma.
All’unità di crisi di stamani hanno partecipato anche rappresentanti di UNHCR Italia, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di accoglienza nel mondo. Ed è stata l’occasione per illustrare loro il sistema toscano di accoglienza dei cittadini ucraini, basato sull’accoglienza diffusa, che poggia prioritariamente sui Cas, ma che ha attivato anche alberghi di prima accoglienza, che hanno permesso di dare un tetto a tutti coloro che hanno richiesto protezione sul nostro territorio. C’è stato un confronto sulle azioni che il dipartimento nazionale sta mettendo in atto per rafforzare il sistema di accoglienza, come l’attuazione del sistema accoglienza diffuso organizzato insieme al terzo settore ed all’erogazione del contributo di autonoma sistemazione. 
Finita l’unità di crisi, i rappresentati dell’UNHCR sono stati accompagnati al centro di prima accoglienza della Mercafir a Firenze ed in visita ad un nostro albergo di prima accoglienza.

“Abbiamo accolto con piacere la presenza dei rappresentanti dell’UNHCR- ha detto Monia Monni- , l’agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa da più di settanta anni di accoglienza nel mondo. È stata l’occasione per confrontarci sulle strategie attuate e da attuare per l’accoglienza della popolazione ucraina. Abbiamo avuto modo di condividere anche la preoccupazione su eventuali scenari futuri, in particolar modo il timore che il sistema di autonoma sistemazione, che riguarda attualmente l’80% dei profughi presenti sul nostro territorio, possa entrare in difficoltà con conseguente aggravamento del peso sulle strutture del sistema pubblico.E’ necessario – aggiunge l’assessora- che i cittadini ucraini che hanno trovato autonomamente una sistemazione presso la propria rete amicale o parentale possano accedere rapidamente e semplicemente al contributo, in modo che sia per loro possibile rimanere nell’attuale alloggio senza dover ricorrere alla rete istituzionale. Purtroppo, nonostante il grande impegno di questure e prefetture, dato l’alta affluenza di persone presso i loro uffici, registriamo tempi molto lunghi per la richiesta di protezione temporanea necessaria per accedere al contributo. Altrettanto importante – spiega Monni- è poter accedere il prima possibile alla nuova forma di accoglienza che il dipartimento ha introdotto, attraverso il bando diretto ai soggetti del terzo settore. Sono circa 600 posti aggiuntivi che ci permetteranno di liberare gli alberghi di prima accoglienza che non sono certo immaginati per soggiorni di lungo periodo. Personalmente – conclude- guardo con grande interesse a questa nuova forma di accoglienza che costituisce un’importante innovazione che apre il sistema di protezione civile a nuovi scenari di collaborazione con soggetti fino ad oggi meno organici, come tutte le associazioni del terzo settore, e contemporaneamente può rappresentare un innovativo modello di accoglienza diffusa che integrerà quello attuale”