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In questo periodo in cui si assiste all’aumento vertiginoso dei costi dell’energia elettrica e del gas parlare di risparmio energetico è diventato non solo di moda ma assolutamente necessario. Le Asl sono per loro natura aziende energivore ovvero hanno bisogno di molta energia per far andare avanti ospedali e altri presidi sanitari e quindi i loro costi quest’anno aumenteranno in maniera consistente. Ma come si è attrezzata in questi anni l’Azienda USL Toscana nord ovest? Ne parliamo con l’ingegner Nicola Ceragioli, direttore del Dipartimento Tecnico e del Patrimonio e attualmente anche facente funzione di Energy Manager aziendale.
“Per la nostra Azienda i costi dell’energia a valori 2021 – spiega Ceragioli – valevano circa 22 milioni di Euro. Purtroppo nel 2022 questi importi sono destinati a salire moltissimo per l’impennata dei costi unitari dei vettori energetici. L’Asl Toscana nord ovest si è concentrata sul tema del risparmio energetico, proseguendo una positiva e consolidata esperienza sulla questione delle Aziende sanitarie che si sono fuse nella nuova grande Asl.
Attualmente noi gestiamo 40 impianti di produzione fotovoltaica e 4 cogeneratori ad alta efficienza a gas, i quali complessivamente forniscono una potenza di picco pari a 5,2 Megawatt e una produzione annua di circa 22.187, 27 Megawattora. Ciò permette un risparmio sulle bollette di circa poco più di 3,3 milioni di euro facendo riferimento ai prezzi 2021. A questo risparmio si aggiungono circa 1,2 milioni di euro annui provenienti dagli incentivi delle convenzioni e contratti con il GSE-Gestore dei Servizi Energetici per la auto-produzione di energia elettrica e per interventi di efficientamento energetico finalizzati al contenimento dei consumi e dalla gestione dei cosiddetti titoli di efficienza energetica (certificati bianchi del GSE), ovvero certificazioni che attestano la produzione di energia pulita e possono essere venduti sul mercato.
La gestione di questi impianti non è per niente banale, visti i numerosi adempimenti con cadenza mensile e annuale che i vari enti interessati richiedono in forza delle normative vigenti, in qualità di piccoli produttori di energia elettrica: si parla di circa 60 adempimenti all’anno, senza considerare il grande impegno manutentivo per tenerli alla massima efficienza.
Con l’installazione di un monitoraggio da remoto sugli impianti fotovoltaici è possibile, inoltre, controllare il loro regolare funzionamento riducendo al minimo le fermate intempestive della produzione energetica.
“Oltre a questo – continua l’ingegner Ceragioli – la nostra Azienda ha intrapreso, tra le prime in Italia, un percorso di efficientamento delle proprie strutture attraverso appalti di nuovo tipo denominati EPC che sta per Energy Performance Contract.
Delle due gare già messe in cantiere, una è attiva e sta fornendo i primi importanti risultati mentre l’altra è ancora in attesa di una decisione legale definitiva dopo un lungo iter di ricorsi e controricorsi arrivati fino al Consiglio di Stato.
Queste gare prevedono un investimento di forte impatto da parte di società ESCO (Energy Saving Company), le quali rientrano dei loro investimenti mediante i risparmi ottenuti nel corso della gestione degli impianti e degli edifici una volta resi efficienti dal punto di vista energetico o comunque migliorati rispetto allo stato iniziale.
L’Azienda, oltre ad un piccolo risparmio iniziale, si ritroverà poi gli impianti e le strutture adeguati alle normative e con una maggiore efficienza energetica. In tal senso sono state completamente ricostruite le centrali termiche di alcuni presidi fra i più energivori, sono stati installati nuovi gruppi frigo ad alto rendimento, sono state sostituite le illuminazioni con lampade a led autoregolanti, sono stati installati sistemi di supervisione e regolazione della temperatura nei locali e via dicendo. Stiamo parlando di circa 23 milioni di investimenti per la prima gara e di circa 30 milioni nella seconda.
Grazie a tutto questo lavoro portato avanti negli ultimi anni, la nostra Azienda ha potuto vivere il difficile periodo legato alla pandemia con relativa tranquillità dal punto di vista energetico. Infatti, pur avendo in questi due anni di emergenza Covid tutti gli impianti di trattamento dell’aria impostati e regolati al massimo delle loro capacità per rendere gli ambienti il più possibile esenti dal virus e pur avendo riaperto strutture dismesse o aperto locali ex-novo – per aumentare i posti letto o per eseguire in sicurezza vaccini e tamponi – non si è assistito a un aumento dei consumi bensì a una loro riduzione o al massimo stabilizzazione. In termini di TEP (Tonnellate di Petrolio Equivalente) si parla di circa 320 TEP in meno tra il 2019 ed il 2021. Ciò significa aver risparmiato circa 2.240 barili di petrolio”.
“Ci aspettiamo – conclude Ceragioli – che il completamento delle opere di efficientamento della prima gara e l’inizio delle attività legate alla seconda gara portino a ulteriori equivalenti risparmi nei prossimi anni”.