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Con DPCM del gennaio pubblicato il 23 marzo scorso il Governo individua come “opera destinata alla difesa nazionale” un “Intervento infrastrutturale” destinato ad ospitare un Gruppo d’Intervento dei Carabinieri, in Coltano.
Spiace che la città abbia dovuto conoscere di questa scelta solo ex post e solo per la solerzia del gruppo di opposizione in Consiglio Comunale Una Città in Comune.
Eppure in molti sembra sapessero, se non le dimensioni monstre dell’intervento, almeno le intenzioni del Ministero e del Comando dei Carabinieri sull’area di Coltano.
Per prima cosa occorre conoscere le carte di questo “Intervento infrastrutturale” senza appellarsi a ridicoli segreti militari. Il Presidente del Parco parla di un’area di circa 730.000mq interessata per 440.000mc di volumetrie.
Speriamo che in questi numeri ci sia uno zero di troppo. Infatti da nostre misure l’area racchiusa attualmente dentro il recinto del Centro Radar misura intorno ai 63.000mq. Se le dimensioni della superficie interessata fossero quelle riportate si parlerebbe di un’area di oltre dieci volte superiore: potrebbe essere un piccolo comune e nemmeno sarebbe il più piccolo per superficie in Italia.
Più di una cittadella una cittadina!
Volumetrie per 440.000mc sono appunto le volumetrie di un Piano Strutturale di un piccolo comune e porterebbero ad un mostruoso consumo di suolo.
Quindi se questi sono i numeri l’auspicabile recupero dell’area dell’Ex Centro Radar non c’entra nulla e chi plaude all’intervento come occasione per riqualificare la zona probabilmente non ne ha compreso bene la portata.
È un intervento improponibile a Pisa e inattuabile in un’area che con il Parco la comunità ha deciso di preservare e tutelare, puntando su questo per il suo sviluppo sostenibile. Non ci sono compensazioni possibili.
La Città ecologica auspica che si mettano da parte le divisioni tra contrarietà o esaltazione dell’intervento basate sulla sua natura “militare” e che unitariamente tutta la città, Sindaco e Consiglio comunale in testa, faccia sentire al Governo la propria voce contro questo intervento che, per le sue dimensioni, tutti dovrebbero ragionevolmente ritenere improponibile per Pisa.