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“Un’emozione grandissima per un traguardo solo pochi anni fa impensabile.” Queste le parole dell’Assessore Filippo Bedini il quale nel 2018, quando era ancora nei banchi dell’opposizione, fu primo firmatario di una mozione per rendere omaggio a Norma Cossetto. Fu l’apice di una lunghissima battaglia di Fratelli d’Italia per affermare quanto solo apparentemente è scontato.
È bello quando i simboli diventano “tangibili” per poter ancor meglio rendere merito alla verità storica, che non deve distinguere tra morti di serie A e di serie B, o tra carnefici da condannare e carnefici da esaltare. Quell’approccio, negazionista a fasi alterne e infarcito di ipocrisia, che guarda sempre solo ai vincitori e mai ai vinti, non ci deve appartenere. Anche a Pisa è finalmente finita la stagione dei “due pesi e due misure”, in cui le vittime di certi regimi vanno ricordate e quelle dei regimi comunisti negate.
Ma chi era Norma Cossetto?
Norma era una studentessa universitaria italiana di 24 anni che fu violentata da diciassette aguzzini e poi venne gettata nuda in una foiba poco distante. La sua salma era supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro su un cumulo di altri cadaveri aggrovigliati; aveva ambedue i seni pugnalati e altre parti del corpo sfregiate. La storia di Norma è stata spesso considerata emblematica per descrivere i drammi e le sofferenze dell’Istria e della Venezia Giulia e per questo è il simbolo dell’Italia tutta, un simbolo di amore per la propria patria, per la propria terra, ma soprattutto è un simbolo di libertà.
Questa tragica vicenda umana è il ricordo di una pagina tristissima e troppo spesso taciuta della Nostra storia, come quella delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata. L’Assessore Bedini continua “Abbiamo voluto che anche a Pisa, che ha conosciuto direttamente le conseguenze delle tragedie consumatesi sul confine nord-orientale alla fine della II guerra mondiale, poiché alcune famiglie di esuli giuliani sono state accolte nel nostro Comune, ci fosse un riconoscimento tangibile di questo simbolo nazionale.”
Anche Rachele Compare, Coordinatore Comunale di FdI, fa eco a Bedini: “Torna in punta di piedi ogni anno la Giornata del Ricordo, per rammentarci l’altra metà della storia quella strappata dai libri, piena di orrore e pietà avvolta nel silenzio e nel negazionismo della sinistra. Oggi Norma è risalita verso la luce, per non essere mai più dimenticata. È nostro dovere ricordare certi capitoli della storia del nostra nazione, seppur tristi e dolorosi, ma lo dobbiamo ai nostri fratelli , vittime del comunismo di Tito, con l’unica colpa di essere Italiani.”
“Una pagina di storia che per troppo tempo hanno voluto ignorare e cancellare e che merita con dignità di essere raccontata perché questa è la storia questa è la verità.” chiude la Consigliera Comunale Giulia Gambini.