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La lotta contro la dipendenza può cominciare anche dove e quando meno te lo aspetti. Magari proprio “in piazza” se, oltre al pusher, capita d’imbattersi pure nella pettorina gialla di un operatore di strada. E’ quel che è accaduto in Piazza Vittorio Emanuele II dove, ormai da quasi un anno e mezzo, è attivo tutti i giorni il presidio fisso dell’unità di strada di “Progetto Homeless”, un servizio gestito dalla cooperativa Arnera per conto della SdS Pisana e finanziato dal comune di Pisa. “Nel 2021 in dieci, in seguito all’incontro e al dialogo con gli operatori presenti nella piazza, hanno cominciato un percorso di disintossicazione – racconta Veronica Poli, assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa e componente dell’assemblea della Società della Salute -: non c’è certo da cantare vittoria perché il difficile viene adesso dato che l’esito di questi percorsi non è mai scontato, sia che si svolga attraverso il Ser.D che in comunità, ma è comunque una bellissima notizia che conferma l’importanza di questo servizio in una delle zone più complesse della nostra città”.
E’ uno dei dati che emerge dalla relazione annuale delle attività svolte dall’unità di strada in generale e in particolare dal presidio di Piazza Vittorio. Un documento che traccia una mappa della marginalità grave e del disagio di strada nella Zona Pisana e in particolare del comune capoluogo. Una mappa, beninteso, in continuo e costante divenire perché nel 2021 sono state 581 le persone incontrate almeno una volta nelle piazze e nelle strade pisane: più di un terzo di esse (216) sono volti del tutto nuovi, ossia persone mai incrociate fino a dicembre 2020. Per converso, sono 290 coloro che sono spariti dai “radar” dell’unità di strada negli ultimi dodici mesi e che, invece, erano stati incrociati nell’anno precedente.
Il quadro, però, è preciso: in Piazza Vittorio le giornate di servizio sono state 338 e i contatti 22.550, soprattutto sotto le Logge delle Poste (6.376) ma anche in via Pascoli (3.897) e vicino alla statua di Vittorio Emanuele II (3.524). L’unità di strada che si occupa del resto del territorio, invece, nel 2021 ha effettuato 703 uscite per un totale di 6.208 contatti, la maggioranza dei quali in zona Stazione (1.994) e nel quartiere di Sant’Antonio (1.987). “Sono i due quartieri della città storicamente più frequentati dalle persone senza dimora e da chi vive una condizione di marginalità grave – spiegano gli operatori – per la presenza di alcuni servizi fondamentali ma anche di attività commerciali da essi frequentate e, purtroppo, anche per lo spaccio”. Una presenza capillare e costante che, spesso, ha evitato anche conseguenze gravi dal punto di vista sanitario: per 32 volte, infatti, gli operatori di strada hanno dovuto allertare il 112 svolgendo opera di mediazione fra il paziente e il personale sanitario, fra cui anche tre casi di overdose. Cinquanta, invece, le persone supportate, e in molti casi accompagnate, nelle vaccinazioni anti-Covid mentre una donna, vittima di violenza da parte del compagno, è stata orientata verso un percorso di accoglienza e messa in sicurezza.
Così unità di strada e Presidio di Piazza Vittorio Emanuele sono diventate un punto di riferimento fondamentale per tutta la cittadinanza e non solo per chi vive una situazione di grave marginalità, grazie anche alla pettorina gialle che rende gli operatori facilmente riconoscibili e identificabili: 246 volte, infatti, la loro mediazione i è stata richiesta da commercianti del territorio e 173 da semplici cittadini. Importante al riguardo la collaborazione con il servizio di prossimità della Polizia Municipale, “uno dei punti di forza del profetto” sottolinea Veronica Poli. Tanti anche gli interventi di riduzione del danno: dalla distribuzione di pasti in strada (7.678) e kit anti-Covid 19 (1.787)a quelle dei sacchi a pelo termici (84) e di siringhe nuove e al ritiro di quelle usate.
“Unità di Strada e Presidio in Piazza Vittorio sono due tessere di quel più ampio puzzle d’interventi costituito da Progetto Homeless, la cabina di regia per i servizi per l’alta marginalità della Zona Pisana il cui lavoro racconta da un lato le dimensioni e la profondità della marginalità grave nei nostri territori e su cui sarà importante tenere accesa la luce per verificarne l’evoluzione alla luce della grave crisi, conseguenza dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo – conclude il presidente della SdS Pisana Sergio Di Maio -. Dall’altro, però, evidenzia anche la qualità del lavoro di tutta l’area alta marginalità della SdS e in particolare degli operatori delle cooperative “Arnera” e “Il Simbolo”, cui è affidata la gestione del servizio, che nelle difficoltà particolari di questo tempo di pandemia hanno continuato ad assicurare un servizio encomiabile, per professionalità e umanità, alle persone più fragili del nostro territorio e a cui, quindi, va il ringraziamento e soprattutto il nostro sostegno”.