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“La presentazione del bilancio di previsione e la tassazione in esso inserita, al di là del mantenimento degli equilibri, offrono anche l’occasione per fare un quadro della situazione e poter far fronte alle criticità in più emerse con la pandemia”. A sottolinearlo è l’assessore al bilancio Paolo Cipolli, che replica, anche con i numeri, alle critiche infarcite di preconcetti piovute dalle opposizioni. “Abbiamo puntato a una forma di redistribuzione del reddito seguendo criteri di giustizia sociale. Pertanto riteniamo che chi percepisce un reddito più elevato, raggiungendo una certa soglia di agiatezza, debba contribuire in maniera superiore rispetto a chi ha redditi molto più esigui”. Come? L’assessore entra nel merito con i numeri. “Da una parte c’è un incremento di uno 0,03% dell’addizionale comunale all’Irpef per redditi che vanno da 50.000 a 75.000 euro, che coinvolgano circa 650-700 contribuenti; dall’altra parte, per i percettori di reddito fino a 11.000 euro per i lavoratori con partite Iva e 12.000 euro per quelli dipendenti e i pensionati, abbiamo mantenuto l’esenzione totale dell’addizionale comunale Irpef, il tutto per circa 700 contribuenti. Questo – sottolinea Cipolli – è stato possibile grazie appunto a quel piccolissimo incremento sui redditi più alti, che si ritrovano a pagare mediamente 17-18 euro l’anno: stiamo parlando di cifre che vanno ricondotte alla loro dimensione reale, altrimenti si parla del niente. Questo è ciò che ci differenzia, perché la nostra è una manovra per andare incontro a chi ha maggiori difficoltà”.
L’assessore Cipolli chiude sottolineando l’importanza di aver mantenuto le tariffe pressoché invariate. “Per il resto, ci troviamo in una fase in cui gli introiti per l’amministrazione comunale diminuiscono (tassazione Imu, Tari, pagamento delle tariffe per i servizi) per le criticità della pandemia: è un segno importante e di prudenza non averle aumentate. L’amministrazione comunale sta facendo uno sforzo importante per restare bloccati sulla contribuzione dei cittadini sui servizi, che continuiamo a mantenere, erogare e possibilmente migliorare”.
Sui toni usati da alcuni esponenti dei gruppi di opposizioni interviene anche il sindaco Michelangelo Betti. “In questi ultimi giorni, anche in consiglio comunale, si evidenzia come le minoranze tendano a esasperare i toni del confronto, avendo forse poche cose da dire nel merito e scendendo anche sul piano personale. È una situazione spiacevole dal punto di vista del dibattito e del confronto, che si reitera da mesi – conclude Betti –: già lo scorso anno, a febbraio, il consiglio finì con un consigliere di opposizione che bestemmiava e con offese su cui sta indagando la magistratura. I toni utilizzati potrebbero essere diversi, più rispettosi dei ruoli ricoperti e anche dell’articolo 54 della Costituzione”.