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“Nelle città d’arte e in particolare nei centri storici, la situazione è tornata di grandissima crisi”. È il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli a lanciare l’allarme: “Senza turisti, il ritorno prepotente dello smart working e degli esami a distanza, in un contesto di chiusure temporanee e quarantene a causa del Covid, è a rischio la sopravvivenza di migliaia di aziende e di altrettanti posti di lavoro. Per restare ai soli bar, ristoranti e pubblici esercizi, nel 2020 hanno chiuso in Italia 20mila aziende, e nel 2021 il centro studi Fipe stima altrettanto. Nell’anno peggiore della pandemia, il 2020, il mondo dei pubblici esercizi ha perso 243mila posti di lavoro, di cui 116mila a tempo indeterminato. Sappiamo che dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento, ma se le aziende non sopravvivono e chiudono si perderanno inevitabilmente ulteriori migliaia di posti di lavoro”.
“E’ sufficiente analizzare il dato delle presenze turistiche per capire la gravità della situazione: confrontando i mesi gennaio-agosto 2021 con gli stessi mesi del 2019, le città d’arte registrano un tracollo delle presenze turistiche del – 68%. Oggi l’Italia corre per tornare al punto di partenza, al 2019, ma bisognerà attendere il 2023 per il ritorno al livello dei consumi pre-pandemia. Per questo diciamo che non c’è tempo da perdere e che il Governo deve affrontare con urgenza gli effetti di Omicron sull’economia. L’inflazione in costante crescita, con i prezzi delle materie prime che sono schizzati alle stelle, con la variabile incontrollata dei contagi, rischia di generare una nuova spirale negativa dal quale diventerebbe difficilissimo uscire”.
“Non si tratta di catastrofismo” conclude Pieragnoli. “Gli imprenditori sono abituati a rimboccarsi le maniche e a lavorare giorno e notte senza piangersi addosso, e da due anni a questa parte stanno affrontando la pandemia con il solito encomiabile sacrificio e grande senso di responsabilità. Ora più che mai è indispensabile dare ossigeno alle imprese, sia stanziando nuovi ristori e aiuti concreti, anche prevedendo risorse aggiuntive rispetto ai fondi individuati in Legge di bilancio, che ripristinando la cassa integrazione straordinaria”.