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I numeri di Confcooperative Pisa e le esperienze innovative raccontate nel convegno all’Auditorium Toniolo

81 cooperative, 2700 soci di cui più della metà soci lavoratori, un totale di 2141 persone impiegate, 73 milioni di euro di fatturato medio annuo: questi i numeri di Confcooperative Comitato Territoriale di Pisa, emersi durante il convegno ‘Cooperando, Confcooperative incontra la Diocesi’ che si è tenuto all’Auditorium Toniolo dell’Opera Primaziale in piazza Arcivescovado.

I settori più rappresentati sono i servizi alla persona e sociale, turismo e cultura, agripesca, abitazione: «si tratta di imprese piccole e medie che stanno affrontando la crisi economica e la pandemia portando avanti i valori della cooperazione – così Grazia Ambrosino presidente Confcooperative Comitato Territoriale di Pisa – un mondo che ha fattori protettivi nei confronti delle situazioni difficili perché raccoglie imprese non speculative che pensano alla comunità, che coniugano l’aspetto economico, il benessere dei lavoratori e la sostenibilità ecologica, compensando all’origine il divario sociale».

«Siamo nella terra del Beato Toniolo che dato radici e gambe al movimento cooperativo» ha continuato Stefano Biondi per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Pisa. Dopo gli interventi di Don Enrico Giovacchini e Don Emanuele Morelli, il professor Enrico Preziosi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha parlato della storia del movimento cooperativo di origine cristiana: «per Toniolo la cooperazione è una vera e propria modalità di sviluppo dell’intera economia per costruire una nuova classe sociale, per un’economia che ha come fine la felicità delle persone».

«Il mondo cooperativo ha esperienze in tutti i campi e oggi dobbiamo essere in grado di sostenere l’utilizzo dello strumento cooperativo anche come soluzione al recupero di aziende in difficoltà – ha sottolineato Mario Marchi, presidente di Confcooperative Toscana Sud – preoccupa la forte diminuzione delle imprese giovanili e non è solo colpa della pandemia, ma ci sono anche importanti e innovative realtà». Come quella della Cooperativa Goccia dopo Goccia che si occupa di servizi per l’infanzia: «mettiamo al centro il bambino, le sue esperienze e la condivisione con la famiglia» spiega la presidente Valentina Niccolai. «Capire le esigenze e i bisogni della comunità, trasformandoli in un’esperienza di partecipazione» così Francesco Noferi ha raccontato come è nata la cooperativa di comunità di Ripafratta. «Siamo passati da essere un’associazione culturale ad essere una cooperativa perché siamo forti quando siamo davvero uniti» ha continuato Luisa di Menna, presidente della Cooperativa Arché, in rappresentanza del settore culturale che è stato uno dei più colpiti dalla pandemia. Infine Angela Stelli, per Paimbiolabor, ha illustrato le innovazioni delle telemedicina che accorcia le distanze, evita le ospedalizzazioni e permette visite mediche a distanza grazie ai caschi RecVisio. Dopo l’intermezzo musicale con l’orchestra Arché (Pier Paolo Riccomini e Katia Mattioli al violino, Debora Giacomelli alla viola e Francesco Tomei al contrabbasso), un dibattito con vari e qualificati interventi, l’arcivescovo di Pisa Monsignor Giovanni Paolo Benotto ha chiuso evidenziando «l’importanza di riflessioni sulle motivazioni e i valori di riferimento, unita alla capacità di leggere in maniera adeguata il mondo che stiamo vivendo e tenendo sempre la persona al centro»