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Torna a sgorgare l’acqua dalla “fontana del Gobbo” di Piazza dei Cavalieri. È stata riattivata stamattina grazie a un progetto di valorizzazione della risorsa idrica coniugata con la valorizzazione di alcuni aspetti legati a momenti e luoghi della storia della città, in particolare le fontane che erogavano l’acqua ricevuta dal Monte Pisano tramite l’acquedotto mediceo.
«La riattivazione di una delle fontane storiche del centro cittadino – dichiara il Sindaco di Pisa Michele Conti – ha un valore simbolico: dimostra l’attenzione della nostra amministrazione nei confronti del patrimonio monumentale pubblico di Pisa, la cura dei particolari per una città che, nel post-pandemia, vuol presentarsi più decorosa e accogliente per residenti e turisti. Una città legata all’acqua, non solo per la tradizione di Repubblica Marinara, per l’Arno che la attraversa e si tuffa in mare, ma anche per l’acqua che arriva da Asciano attraverso un sistema di ingegneria idraulica di epoca medicea che segna ancora il nostro territorio. A questo proposito la riattivazione della fontana di stamani serve anche ad accendere nuovamente l’attenzione sulla necessità che si aprano al più presto i cantieri per la messa in sicurezza e il restauro dell’acquedotto mediceo, per il quale il Mibac ha già stanziato 3,2 milioni di euro, di cui 1,2 milioni destinati al tratto urbano, e gli altri 2 milioni di euro per il tratto extraurbano»
Il progetto “Pisa città d’Acqua” nasce dalla collaborazione fra Comune di Pisa, Pisamo e Acque Spa con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza, in particolare le giovani generazioni, in un percorso di informazione e sensibilizzazione sull’uso delle buone pratiche come la riduzione della produzione dei rifiuti, miglior utilizzo delle risorse disponibili.
«Siamo convinti che questo progetto – spiega l’assessore all’ambiente Filippo Bedini – possa diventare nel tempo un appuntamento costante di formazione sul tema della fondamentale risorsa che è l’acqua; vorremmo realizzare visite guidate e percorsi didattici destinati agli alunni degli istituti scolastici della nostra città. Questa operazione è importante sia dal punto di vista ambientale che culturale, per affermare concretamente quanto l’acqua sia un bene comune, intorno a cui ruota la vita delle città come Pisa, che hanno la fortuna di avere un corso d’acqua fondamentale, ma anche abbondanza di acqua buona come quella che a noi regalano le sorgenti del monte pisano. Restituire vita alla fontana è anche un modo per creare delle occasioni per riscoprire la storia della città e un passato in cui l’acqua corrente non c’era nelle case e questi luoghi erano fondamentali, non solo per reperirla ma anche per incontrarsi e costruire il senso di comunità».
Il progetto mira a promuovere l’uso responsabile della risorsa idrica, dando anche risposta alle domande più frequenti sulla provenienza, distribuzione e prelievo, trattamento e qualità delle nostre acque.
«Iniziative come questa – sottolinea Giuseppe Sardu, Presidente di Acque Spa – rispecchiano perfettamente l’impegno che anche un gestore idrico come Acque ogni giorno cerca di portare avanti nella valorizzazione della risorsa idrica e del territorio in cui è inserita. Siamo lieti di essere al fianco dell’Amministrazione Comunale in progetti come “Pisa città d’acqua” e negli altri che portiamo avanti soprattutto a partire dal mondo della scuola.»
La fontana di Piazza dei Cavalieri
L’opera in marmo conosciuta come Fontana del Gobbo fu eretta dal fiammingo Pietro Francavilla nel 1596 su disegno di Giambologna. Collocata ai piedi nella statua di Cosimo I de’ Medici, deve il suo appellativo alla figura ricurva con sembianze umane che rivolge lo sguardo alla pila a forma di conchiglia sorretta da un mostro marino con gambe di uomo, pinne di pesce e testa di granchio.
La statua raffigura il Granduca con una corazza da parata e il bastone da comando, volgendo lo sguardo lontano e poggiando il piede sinistro sopra un delfino. Prima di rivestire una funzione strutturale, il delfino doveva funzionare da presa per la fontana, come si legge nel documento di commissione del 1594.
La coppia statua-fontana celebrava chiaramente i tentativi di approvvigionamento dell’acqua per la città di Pisa, definitivamente conquistati grazie all’acquedotto commissionato dallo stesso Ferdinando I e che nel 1596 doveva dirsi concluso.