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In Italia l’inflazione è ai massimi dal 2012, mentre i salari restano tra i più bassi d’Europa e il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori cala paurosamente. Il processo inflazionistico, in atto a livello globale e causato dagli irrisolti fattori di crisi internazionale e dall’accentuarsi della competizione tra potenze in questo scorcio della crisi pandemica, si accompagna ad una dinamica di aumento generalizzato dei prezzi e delle tariffe.
Un aumento che, ovviamente, colpisce soprattutto i settori popolari. Tutti gli indicatori statistici ufficiali segnalano che, in Italia, stipendi, salari e pensioni non riescono a stare al passo con tale decurtazione. Nei fatti, siamo davanti ad un acuirsi importante della polarizzazione sociale, oltre che all’emergere di nuove e diffuse povertà addirittura tra settori che si ritenevano al riparo dagli effetti della crisi.
Nei prossimi mesi, migliaia di lavoratori rischiano – materialmente – di non potersi più pagare da vivere. Questo non è accettabile! Se aumentano le bollette, se aumenta il prezzo del pane, allora devono aumentare anche i salari! Mettiamo un limite all’osceno proliferare di stipendi poverissimi a cui ci hanno abituato gli imprenditori nostrani, facciamo battaglia perché si istituisca finalmente un salario minimo decente per tutti e perché si freni l’aumento dei beni di prima necessità.
Si tratta di una campagna che svilupperemo nelle prossime settimane, che vivrà sui territori attraverso appuntamenti di sensibilizzazione e attivismo coordinati in tutta Italia, con le prime giornate previste per i primi di dicembre e durante lo shopping natalizio. Vogliamo intrecciarci con quanti mostrano attenzione a queste tematiche (sindacati di base, associazioni di consumatori, organizzazioni politiche) per costruire momenti unitari efficaci per la diffusione della proposta.
Contemporaneamente, sosterremo tutte le iniziative e le mobilitazioni di aperta opposizione al governo Draghi, a partire dal corteo “No Draghi Day” del prossimo 4 dicembre.
E contro l’ipotesi, sempre più accreditata, di un’incoronazione dello stesso Draghi alla presidenza della Repubblica, promuoviamo una giornata di dibattito nazionale per domenica 5 dicembre, coinvolgendo intellettuali indipendenti, artisti, settori democratici e della società civile non omologati e genuflessi verso l’Union Sacrè dell’Esecutivo. Sarà una convention che proverà a suonare anche un campanello d’allarme circa l’inasprimento autoritario e antidemocratico in atto, di cui la circolare Lamorgese a proposito della libertà di lotta e di agibilità nelle piazze è la plastica dimostrazione.