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Nel territorio di Castelfranco di Sotto non ci sono rischi ambientali.
Le acque del torrente Usciana sono state analizzate da ARPAT e non è stata rilevata una quantità di metalli preoccupante. Nella relazione finale “si osserva una generale assenza delle sostanze ambientalmente più impattanti”. Le sostanze di cui è stata registrata la presenza (in una quantità contenuta) non risultano comunque derivare dagli attuali scarichi del depuratore Aquarno che, secondo l’analisi, non risulta essere “una significativa sorgente di contaminazione”.
Le valutazioni fatte da ARPAT fotografano uno stato qualitativo frutto di un lungo periodo di alterazioni indotte dai vari contributi quali scarichi diretti, apporti di acque dilavanti, ricadute atmosferiche etc. che caratterizzano un’area ad elevata presenza di attività antropiche.
Com’è partito il campionamento
All’inizio del mese di maggio 2021, in seguito alle vicende inerenti alle indagini del Dda di Firenze sulla cosiddetta “inchiesta Keu”, l’Amministrazione Comunale di Castelfranco di Sotto ha richiesto ad ARPAT un campionamento di sedimenti che delle acque superficiali lungo il canale Usciana immediatamente a valle dell’impianto Aquarno, all’interno del territorio comunale. L’istanza è stata avanzata sia per farsi interprete delle richieste della commissione consiliare “Ambiente & Territorio” dello stesso Comune, sia per dare una risposta alle sollecitazioni ricevute da parte dei cittadini residenti.
La finalità di questo monitoraggio, alla luce della possibilità di rischi ambientali emersi dall’”inchiesta keu”, era quella di caratterizzare il contenuto dei sedimenti per scongiurare la presenza di sostanze inquinanti nell’alveo fluviale.
ARPAT ha quindi operato una serie di campionamenti in diversi punti selezionati già durante i mesi di maggio e giugno: il primo punto a monte dell’impianto di depurazione Aquarno (a Santa Croce sull’Arno) e gli altri punti distribuiti a valle dello scarico lungo tutto il corso del canale Usciana a Castelfranco, Staffoli, Santa Maria a Monte fino a Montecalvoli alla cateratta finale prima dell’immissione nel fiume Arno.
Le analisi sono state eseguite dal laboratorio ARPAT di Livorno e la selezione dei parametri analitici è stata effettuata indicando varie tipologie di contaminanti organici e inorganici più rappresentativi.
Parametri di valutazione
La valutazione dello stato di qualità dei sedimenti nelle acque, in accordo con le linee guida internazionali e secondo gli approcci riconosciuti e condivisi dalla comunità scientifica, non si è basata basare solo su un unico valore tabellare, quanto piuttosto sull’analisi integrata delle caratteristiche fisiche, chimiche ed ecotossicologiche del sedimento. La direttiva 2000/60 e la conseguente normativa nazionale definisce gli Standard di Qualità Ambientale (SQA). Inoltre è opportuno ricordare che la normativa sui siti contaminati non stabilisce limiti tabellari per i sedimenti e che i valori delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) possono essere utilizzati come riferimento, ma non possono costituire valori imperativi per l’attivazione del procedimento di bonifica.
Esito delle analisi
“Sulla base dei risultati del campionamento effettuato si può concludere che lo stato qualitativo della matrice sedimenti nel canale Usciana risulta impattato dalle attività antropologiche presenti e passate, senza però identificare nello scarico attuale del depuratore Aquarno una significativa sorgente di contaminazione”.
“Complessivamente i dati mostrano un appena percettibile incremento delle concentrazioni di metalli pesanti (in particolare cromo, zinco, rame, selenio, cadmio), passando dalla stazione di monte alla stazione di valle rispetto allo scarico del depuratore. Alcuni metalli come il nichel, vanadio, arsenico e antimonio non presentano invece variazioni significative tra monte e valle dello scarico del depuratore”.
Anche se al momento uno dei principali impatti è rappresentato dallo scarico del depuratore Aquarno, che in regime di magra costituisce quasi l’intera portata del canale Usciana, le verifiche hanno tenuto conto della complessità del contesto. In passato, infatti, a contribuire allo stato di qualità dei sedimenti deve essere considerato anche lo scarico del depuratore dell’Associazione Conciatori di Fucecchio e andando ancora indietro nel tempo, nel periodo antecedente all’entrata in vigore dei provvedimenti della legge Merli, i contributi delle molte attività produttive presenti nell’area che, in assenza di una regolamentazione degli scarichi, determinavano l’immissione importante di sostanze contaminanti.
Attualmente risultano essere presenti concentrazioni elevate di cromo totale, sistematicamente superiori allo SQA e in due casi superiori alle CSC. Anche nel caso dei campionamenti organici, si osserva una generale assenza delle sostanze ambientalmente più impattanti con presenze rilevabili solo in corrispondenza dei campioni US1 e US5, dove si osserva un leggero superamento della CSC per PCB.
“L’esito delle analisi compiute da ARPAT è un passaggio importante, volto a rassicurare le persone sullo stato reale dell’Usciana – hanno commentato il sindaco Gabriele Toti e l’assessore all’Ambiente Federico Grossi – . Quando è scoppiato il caso delle indagini giudiziarie che hanno coinvolto il nostro distretto, si sono sollevate molte preoccupazioni da parte dei cittadini residenti e non solo. Era giusto poter verificare lo stato qualitativo del nostro territorio e ringraziamo ARPAT per aver risposto tempestivamente alla nostra richiesta”. “Le verifiche fanno emergere un dato importante. Il depuratore Aquarno non è fonte di contaminazione del canale Usciana. Questo è un fatto. Questo non ci fa abbassare la guardia rispetto ad un canale che è e resta un elemento critico, da tenere sempre sotto osservazione, ma la presenza di metalli nei sedimenti deriva da anni e anni di attività precedenti alla Legge Merli e non dalle attuali emissioni da parte dell’impianto di depurazione”.
“Non ci vogliamo esprimere in merito all’indagine giudiziario in corso, che è giusto segua i tempi necessari. Questo contributo serve a dare una risposta concreta ai cittadini. Crediamo fermamente che, nella spirale di polemiche e strumentalizzazioni che gira intorno all’inchiesta keu, ciò che dovrebbe parlare sono i dati scientifici. Per questo ci teniamo a ribadire che il nostro territorio non è contaminato”.