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Pisa, furti alle bancarelle: il grido d’allarme di Confesercenti

“Sette bancarelle devastate, due delle quali completamente svuotate in piazza Manin. Cosa deve accadere ancora perché qualcuno si accorga che Pisa dal punto della sicurezza è fuori controllo. Non sappiamo più cosa dire agli imprenditori che vittime di furti e danneggiamenti si rivolgono a noi ormai quotidianamente”. L’ennesimo grido di allarme di Confesercenti Toscana Nord, con il suo presidente area pisana Luigi Micheletti, all’indomani del raid notturno che ha preso di mira ancora una volta le bancarelle di piazza Manin. “Non si fa in tempo a catturare un ladro seriale, che i soliti ignoti imperversano in una delle zone della città che dovrebbe essere più controllata – incalza Micheletti -. L’azione dell’altro notte registra un impietoso record, visto che mai tante bancarelle erano state violate in una sola occasione. Segno evidente che i ladri sapevano di poter agire indisturbati tanto da svuotarne addirittura due. La questione è sempre la stessa: manca un presidio del territorio. E, ripetiamo ancora una volta, non interessa sapere di chi sia la colpa. La realtà è questa ed è sotto gli occhi di tutti”. Micheletti torna ancora sul protocollo della videosorveglianza. “Chi pensa che una telecamera risolva tutti i problemi della sicurezza vive fuori dalla realtà. Ribadiamo che la videosorveglianza è fondamentale per gli arresti ma non serve ad impedire i raid. Piazza Manin, crediamo, sia ampiamente coperta da telecamere ma il risultato è stato l’ennesimo blitz”. La disperazione degli operatori del Duomo è interpretata da Gianmarco Boni, presidente del Consorzio Pisa dei Miracoli. “Siamo ormai da anni in ginocchio per la mancanza di una soluzione alternativa per le nostre attività. Questo raid è un colpo forse fatale per quegli operatori che hanno visto devastato il banco e rubata la merce. Tutto questo mentre l’assessore Pesciatini presenta un piano del commercio in cui ci relega in aree ancora più periferiche (da via Pietrasantina al parcheggio ex Sita), quasi a volerci nascondere come polvere sotto il tappeto. Può comunque stare tranquillo – conclude Boni -. Se continuano questi raid, non ci saranno più operatori da spostare perché saremo tutti finiti”.