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Ambiente, incontro al Punto Blu. Bedini «Occasione per parlare di ambiente e spiaggia ecologica. Su santuario Cetacei sarà fondamentale far conciliare sviluppo e salvaguardia»

Incontro partecipato e interessante quello che si è tenuto al Punto Blu di Calambrone, dal titolo “P di Pelagos, P di Posidonia”, con l’obiettivo di divulgare e sensibilizzare cittadini e turisti sui temi ambientali in generale e in particolare sul Santuario dei mammiferi marini Pelagos che comprende anche la costa pisana e sull’importanza della posidonia oceanica nel nostro mare. Tra gli altri sono intervenuti Cecilia Mancusi, di Arpat settore mare, e che ha descritto le attività di monitoraggio dei cetacei che si spiaggiano annualmente sulle coste toscane, Yuri Galletti e Alessandro Dini, due “tartawatchers” di Legambiente, e Marco Redini dell’ufficio ambiente del Comune di Pisa.

L’assessore all’ambiente Filippo Bedini, nel suo intervento, ha spiegato come si sia trattato di «un’occasione importante per raccontare cosa è il Santuario Pelagos e far capire bene che cosa è una spiaggia ecologica, nella quale conchiglie, legnetti, alghe, ma soprattutto nelle nostre zone la posidonia sono parte integrante, e utile, di un sistema complesso ed estremamente delicato».

«Definire Pelagos un “santuario” è già di per sé una scelta indicativa: la parola santuario indica un “luogo sacro” – ha detto Bedini -. Di questo parliamo: 87.500 km2 di superficie, 2.022 km di litorale dal sud della Toscana, attraverso il Mar Ligure, fino alle coste della Provenza, passando per il nord della Sardegna e la Corsica, isole del nostro arcipelago comprese. Un’area grandissima, popolata da molti mammiferi marini che l’accordo Pelagos si propone di proteggere grazie a numerose iniziative di vario genere. Anche i Comuni non possono esimersi dal promuovere, per quanto di loro competenza, azioni concertate, organizzate e mirate per la salvaguardia di un habitat che si è sempre rivelato favorevole alla vita in particolare dei cetacei, contro le potenziali azioni di disturbo, quali inquinamento delle acque, rumore sottomarino, ostacoli e pericoli “vaganti” e, in generale, qualsiasi attività antropica che possa nuocere al popolamento di questi animali».

«L’area di competenza del nostro Comune presenta due grandi criticità, il cui impatto sull’ecosistema del Santuario Pelagos devono essere tenuti sempre in considerazione, studiati, monitorati: la piattaforma OLT offshore LGN Toscana e il progetto della Darsena Europa. Penso che il compito più difficile che il Santuario deve affrontare riguardi proprio uno degli obbiettivi caratterizzanti, ovvero quello di conciliare lo sviluppo armonioso delle attività socio-economiche con la indispensabile salvaguardia di un ambiente così delicato e particolare. Ed è in questo che l’apporto della politica, e in particolare delle amministrazioni locali può fare la sua parte. Bisogna però essere chiari e onesti intellettualmente: per quanti sforzi una amministrazione comunale possa fare, questa da sola non può niente. E in questi “sentieri” è facile ritrovarsi da soli: basta pensare a quanto sta succedendo proprio in relazione ai progetti della Darsena Europa».

«Sulla posidonia oceanica – ha continuato l’assessore all’ambiente – bisogna fare chiarezza e sfatare miti sbagliati e controproducenti. La posidonia non è un’alga, ma una pianta che vive esclusivamente nel Mediterraneo, di cui può tranquillamente definirsi il “polmone”, perché produce ossigeno. La posidonia è una pianta molto antica, che si è adattata a vivere sui fondali marini circa 120 milioni di anni fa. È un indicatore fondamentale della buona salute del mare, in quanto molto sensibile alle perturbazioni naturali e antropiche. La posidonia serve a stabilizzare il substrato del mare e offre ospitalità e rifugio per la vita di numerosi animali e vegetali, che poi svolgono un ruolo decisivo nella catena trofica. Altra funzione importantissima di questa pianta è quella che svolge nel contrasto all’erosione costiera, una piaga del nostro litorale: la posidonia costituisce una vera e propria “barriera”, con quei cumuli, tanto temuti, chiamati banquettes. I cumuli di posidonia spiaggiata rappresentano quindi una risorsa strategica che non dovrebbe essere contrastata. Nel Comune di Pisa esistono regole ben precise per una gestione corretta della posidonia sulle spiagge. La loro presenza sulle spiagge spesso scoraggia turisti e fruitori di quel tratto di mare, perché considerato “sporco”, ma tale non è. Ma più importante di tutto, ci tengo a sottolineare come la posidonia non sia un rifiuto, non è fonte di malattie e, anche se emana un odore sgradevole quando si deposita sulle spiagge, non produce sostanze tossiche e non è soggetta a putrefazione».

L’incontro era stato preceduto da un laboratorio didattico per bambini dai 6 ai 12 anni che attraverso giochi e attività, hanno potuto scoprire cosa sia la posidonia oceanica, cosa la sta minacciando e cosa fare per proteggerla.