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Riportiamo il seguente comunicato sulla riqualificazione della zona di Ospedaletto:
Riteniamo il progetto di riqualificazione della zona di Ospedaletto assai limitato rispetto alle reali necessità del quartiere. Infatti, il progetto – che suddivide cromaticamente il territorio – prevede la colorazione dei marciapiedi, la realizzazione di nuovi totem installati sulle rotatorie.
E’ sufficiente conoscere la zona di Ospedaletto per capire che gli interventi proposti non sono adeguati ad un progetto di riqualificazione di una zona produttiva e di servizi che ha sofferto negli anni della crisi economica con capannoni obsoleti, immobili abbandonati ed edifici incompleti.
Infatti, al di là di interventi del tutto superficiali e che non vanno a risolvere i reali problemi presenti sulla zona, bisognerebbe ragionare e realizzare opere maggiormente strutturate. Quelli proposti dall’amministrazione, difatti, sono interventi di pura manutenzione fatti passare come interventi di vera riqualificazione.
Compito della politica è rispondere alle profonde necessità dei territori e non di certo nascondere sotto un tappeto le problematiche.
Occorrerebbe ad esempio pensare al recupero degli immobili abbandonati, ad incentivare la sostituzione delle numerose coperture in fibrocemento, a realizzare spazi verdi e di socialità. Valutare con idonei incentivi e detrazioni la sostituzione edilizia di manufatti obsoleti e non più adeguati, valutando la riduzione degli oneri di costruzione .Im questa prospettiva, è necessario ripensare ad Ospedaletto non più solo come un comparto esclusivamente produttivo ma come una zona polifunzionale al fine di migliorare gli standard urbanistici per chi ci vive e lavora, incrementando quindi le aree verdi e gli spazi dove incontrarsi. È invece del tutto evidente, nelle varie scelte di questa amministrazione, la carenza di un progetto generale e l’assenza di progettazione delle aree verdi, della mobilità sostenibile, delle piste ciclabili in corrispondenza dei marciapiedi nuovi e di quelli riqualificati, e ciò in aperto contrasto con gli obiettivi del PUMS.
Si realizzano nuovi marciapiedi e si sistemano alcuni esistenti senza una generale visione della mobilità sostenibile, andando a realizzare qualcosa di insufficiente che dovrà essere modificato nel futuro. Su questo punto la Fiab rileva correttamente che la mancata previsione dei percorsi ciclabili non rispetta l’art. 14 del CdS, anche in ragione della circostanza per cui inserire oggi i percorsi non è un costo aggiuntivo ma un risparmio futuro che può consentire di accedere ai finanziamenti regionali destinati alla mobilità ciclistica.
Attualmente sono presenti degli spezzoni di piste ciclabili ma mancano i veri collegamenti sia verso Pisa, passando per Sant’Ermete, sia verso l’Arnaccio, verso Putignano come verso Cisanello.
Marco Biondi – Consigliere Comunale Pisa
Francesca Napoli – Segreteria PD Pisa