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Vi inoltriamo integralmente il comunicato arrivato in redazione da parte della sezione pisana del Psi riguardo la difesa dell’Acqua come bene comune. Di seguito ecco la nota nel dettaglio:
Dopo le esperienze fallimentari nel settore dei rifiuti e del trasporto persone, gli ineffabili e i inamovibili “Manager” ormai considerati dal popolo veri e propri Boiardi di regime nelle partecipazioni comunali ci riprovano, anche questa volta in sordina, a varare carrozzoni inutili perché inefficienti e costosi. Particolarmente attivi in questi giorni il presidente di Acque spa e gli amministratori delle società controllanti, alcune di queste da anni in fase di dismissione, a lanciare il progetto di una multiutiliti.
Il progetto già avviato nella area fiorentina é una novità che dovrebbe coinvolgere in questi giorni, senza la necessaria trasparenza, alcuni consigli comunali della provincia di Pisa comproprietari di acque spa. La ristrutturazione viene portata avanti, in un complesso meccanismo di matrioske, anche da società in liquidazione da anni verso le quali sarebbe opportuno inibire operazioni di questa portata pluridecennale.
Il forum toscano dei movimenti popolari per l’acqua ha ragione a sostenere che questo comparto, come sancito fra l’altro da un referendum, é un bene pubblico che deve essere sottratto alla logica del lucro. Il progetto che si intravede, discusso solo nelle “segrete stanze”, sembra avere solo l’obbiettivo di riportare tutto il potere all’interno della Regione Toscana modello Emilia e Lombardia al fine ultimo di creare una Società per Azioni che si muova nella logica privatistica che ricorre al mercato finanziario mettendo in primo piano la ricerca del profitto a discapito di tutti i cittadini.
Se il progetto andrà avanti l’irrilevanza dei comuni proprietari nella programmazione e nel controllo sulle decisione e sulla qualità del servizio sarà totale.
Alcuni comuni, che per una serie di discutibili passaggi societari si sono ritrovati detentori di un consistente pacchetto di azioni, potranno nel caso di utili accettando che i profitti sull’acqua siano reinvestiti ad attività estranee al servizio idrico risolversi alcuni problemi di bilancio.
Il P.S.I. pisano nel rispetto della volontà popolare che si è espressa a stragrande maggioranza nel Referendum di dieci anni fa, il 12 giugno del 2011 26 milioni di italiani si recarono alle urne per chiedere che l’acqua restasse un bene di natura esclusivamente pubblica e che da essa non si traesse profitto, chiede ai Consigli Comunali e ai Sindaci una pausa di riflessione e approfondimento a salvaguardia del più prezioso fra i Beni Comuni: l’acqua.