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Si è tenuta nei giorni scorsi a Bologna, l’Assemblea Annuale di Assocalzaturifici che a causa delle limitazioni dovute all’emergenza pandemica si è svolta in forma privata ma i cui temi saranno al centro di un evento a fine anno in presenza.
Nell’incontro, il Presidente Siro Badon ha ricordato l’impatto del Covid-19 sul settore calzaturiero, risultato, assieme alle altre componenti del Tessile, Moda e Accessorio italiano, tra i comparti produttivi più duramente colpiti.
Il settore infatti ha perso nel 2020 circa 1/4 del fatturato complessivo (attestatosi a 10,72 miliardi di euro, -25,2% sul 2019) e della produzione nazionale. Forti riduzioni si sono registrate sia nell’interscambio commerciale che nei consumi interni. Al crollo dei livelli di attività nella prima parte dell’anno, causato dal lockdown, ha fatto seguito, nei due trimestri successivi, solo un’attenuazione della caduta (rimasta peraltro a doppia cifra), anziché un rimbalzo.
E’ stato proprio in questo periodo di crisi che Assocalzaturifici ha pensato a tanti nuovi sfidanti progetti per i propri associati.
“La Sostenibilità è sicuramente tra le nostre priorità. – spiega Badon – Abbiamo infatti ideato un progetto per supportare le aziende associate e non, nel processo di accreditamento e posizionamento commerciale delle rispettive realtà imprenditoriali, sui mercati nazionali ed esteri, quali aziende sostenibili e, pertanto, più competitive”. Assocalzaturifici ha registrato un marchio proprio di Sostenibilità (VCS – Verified & Certified Steps) che potrà essere concesso a quelle aziende capaci di raggiungere ed ottenere uno standard qualitativo secondo determinati requisiti. Il funzionamento di questo progetto partirà con una auto-analisi che gli imprenditori possono eseguire in autonomia; avremo, poi, dei benchmark di riferimento che ci diranno quali siano i criteri minimi per essere considerati una azienda sostenibile. Di conseguenza, l’impresa che si posizionerà sopra la soglia di questi canoni potrà essere certificata dall’istituto da noi individuato. L’azienda che, invece, non supererà questa soglia avrà a disposizione il supporto professionale di CIMAC, il laboratorio di Assocalzaturifici che da oltre 30 anni esegue test e certificazioni per assicurare ai prodotti del fashion qualità e sicurezza. CIMAC potrà affiancare le imprese nell’intraprendere, continuare o migliorare i propri processi interni e nel giungere ad ottenere i requisiti di certificazione sostenibile.
Inoltre, sulla sostenibilità finanziaria del settore, si gioca una partita importante per il futuro. Va letto in questa prospettiva l’accordo sottoscritto da Assocalzaturifici con Unicredit. Il progetto FinDynamic per Assocalzaturifici prevede la costituzione di accordi lungo la catena di fornitura, affinché la liquidità delle imprese capo-filiera sia impiegata a supporto dei fornitori virtuosi, attraverso un sistema di scontistica dinamica. La gestione della supply chain viene affidata automaticamente ad una piattaforma tecnologica. Un approccio innovativo che risponde alla doppia esigenza di tutelare la filiera calzaturiera innovando i processi aziendali.
“Altro tema, la riorganizzazione delle competenze all’interno delle aziende-sottolinea Badon- L’importante convenzione, siglata con la Presidente di Umana , dott.ssa Maria Raffaella Caprioglio permetterà di ridefinire l’organizzazione delle persone in azienda per la ripresa post-crisi. Con Umana sarà possibile accompagnare in percorsi di evoluzione i profili meno allineati, reperire e formare le figure dotate di nuove competenze per rispondere alle sfide del nuovo contesto industriale e commerciale, favorire l’inserimento di nuovi collaboratori adatti alle sfide del mercato post-pandemico. La formazione, che tanto sta a cuore ad Assocalzaturifici – prosegue Badon – verrà costruita sui bisogni delle aziende”.
Un altro accordo importante è stato siglato con uno degli acceleratori di startup più importanti al mondo: Startup Boot Camp Fashion Tech. “Con loro – spiega Badon – l’Associazione potrà contare su una organizzazione internazionale che ci aiuterà a trovare, incubare ed infine accelerare 2 startup all’anno specifiche per il nostro settore che aiutino ed agevolino il mondo della sostenibilità in chiave tecnologica ed aiutino MICAM nel lungo processo di digitalizzazione”.
E ancora, uno sguardo sul futuro con tre progetti innovativi dedicati alle oltre 550 aziende associate ad Assocalzaturifici: uno per creare un match digitale tra domanda internazionale di saper fare italiano e le aziende industriali e artigiane capaci di portare un know how unico e di incredibile valore aggiunto; uno per costruire un vero e proprio marketplace dedicato al consumatore finale e aperto alle aziende dell’eccellenza manifatturiera italiana; uno legato alla tracciabilità dei prodotti utilizzando la tecnologia blockchain per il quale l’Associazione sta lavorando con un Consorzio leader in Italia che ha già all’attivo diversi progetti legati alla catena del lusso.Infine, non certo per importanza, lo studio commissionato alla Università Ca Foscari di Venezia in partnership con M&C Saatchi. “Il Made in Italy resta cruciale per la nostra economia–afferma Badon-Sono estremamente orgoglioso di poter collaborare con il Professor Carlo Bagnoli, professore ordinario di innovazione strategica presso l’Università Ca Foscari di Venezia e fondatore di strategy innovation srl. Realizzeranno per Assocalzaturifici uno studio sul Made in Italy, con il supporto dell’agenzia di comunicazione M&C Saatchi, per capire quali sono le sfide future, come le aziende sono posizionate e come possono concentrare i propri sforzi analizzando gli attributi che i grandi mercati internazionali riconoscono alle produzioni calzaturiere italiane”. Lo studio sarà al centro di un Convegno che Assocalzaturifici organizzerà a fine anno.