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Rollo molto critico riguardo alla cittadinanza onoraria riconosciuta a Patrick Zaki

  1. La cittadinanza onoraria riconosciuta a Patrick Zaki non rappresenta solo l’ennesimo errore diplomatico commesso nel Mediterraneo dal nostro Parlamento, ma anche l’ipocrisia dell’utilizzo ad orologeria dei diritti umani da parte di alcune associazioni e partiti politici che non fanno gli interessi dell’Italia – afferma Dario Rollo, capogruppo della lista “Valori e Impegno Civico Dario Rollo”. La cittadinanza italiana a Zaki non c’entra nulla coi diritti umani. È solo un pretesto per proseguire una guerra diplomatica iniziata con la vicenda Regeni e combattuta per conto terzi da partiti che, storicamente, fanno l’interesse esclusivo di un preciso Paese europeo – che non è l’Italia – e che di quello che combina Al Sisi ai suoi cittadini detenuti se ne “sbatte i cosiddetti”. Nell’acceso dibattito in consiglio comunale in cui si discuteva la delibera per la cittadinanza onoraria di Cascina a Zaki, il consigliere Rollo è intervenuto esprimendo la propria posizione contraria sostenuta da un’attenta analisi geostrategica nell’area del Mediterraneo ed in particolare dei rapporti tra l’Italia e l’Egitto. Delibere come queste, presentate a ciclostile nei consigli comunali, devono essere precedute da valutazioni approfondite del contesto in cui la concessione della cittadinanza andrebbe a inserirsi perché esiste il rischio che possa rivelarsi controproducente rispetto all’obiettivo della liberazione dell’attivista e ricercatore egiziano. Mettere il naso nelle vicende interne di un Paese che, ricordiamolo, senza l’attuale governo avrebbe oggi al potere i Fratelli musulmani (gente cioè che utilizza la legge coranica per risolvere certe “questioni”) significa solamente mettere pure “l’altro piede” fuori dal nord Africa. Accrescendo sempre di più la presenza e l’influenza di quell’altro Paese in una nazione, l’Egitto, militarmente ed economicamente in forte crescita, che controlla il canale di Suez ed è sempre più proiettata verso la Cirenaica (Libia). Nel migliore dei casi, quindi, si tratta di un provvedimento di una stupidità politica senza precedenti. Ma d’altronde l’ipocrisia e il politicamente corretto sta uccidendo la nostra società, la nostra cultura, i nostri valori e cancella i nostri interessi nazionali. Con certi personaggi nella Capitale, e sostenuti da altri “non qualificabili” nelle periferie, che non hanno né amor di Patria, né “attributi”, tutto può succedere. Si tratta di un atto deliberato per minacciare seriamente i rapporti bilaterali con un partner strategico a discapito dell’Italia e nell’interesse di un paese straniero che, dopo averci cacciato in “maniera brusca” dalla Libia, adesso sogna di fare altrettanto dalle parti de Il Cairo. Infine Rollo ha elencato decine di casi di persone nel mondo che subiscono, o hanno subito, ingiustizie. Dai Marò, italiani al servizio dello Stato catturati in India, a Ahmadreza Djalali in Iran e Nguema Mbasogo, ingegnere laureatosi a Pisa della Guinea Equatoriale e residente in città dal 1998 catturato e torturato da tre anni dal regime durante un viaggio di lavoro. Ha ricordato anche Saman Abbas, uccisa dalla propria famiglia a causa di una cultura che si vorrebbe integrare nella nostra, non all’estero, ma in Italia. E quando il sindaco di Cascina ha fatto notare che il consigliere può presentare documenti a sostegno dei casi da lui menzionati, Rollo gli ha risposto che siede in consiglio comunale a Cascina e che è stato eletto per lavorare nell’interesse della città e dei cittadini cascinesi, risolvendo loro i problemi quotidiani, dando risposte concrete, avviando progetti di sviluppo del territorio. Non certamente impegnare il consiglio comunale ore ed ore per casi che riguardano livelli superiori e non riuscendo neanche ad approvare le delibere importanti per la città per mancanza di tempo. Lascio agli altri le strumentalizzazioni e l’ipocrisia. E a quelle anime del “volemose bene, siamo europeisti” che non ha ancora chiaro che i diritti umani sono soltanto un paravento, il pretesto per scatenare guerre (militari, commerciali o diplomatiche che siano), ho segnalato tante altre cittadinanze onorarie da conferire – conclude Rollo.