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L’Assessore all’ambiente del Comune di Pisa Filippo Bedini, all’indomani della votazione in Consiglio Comunale sulla Tari, interviene sull’argomento: “In tempo di pandemia, con i redditi che calano, le imprese che chiudono, e le famiglie che sempre più hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, la notizia dell’aumento della Tari è più grave che mai. Proprio per questo ritengo necessario provare a dare spiegazioni, anche se il fatto che gli aumenti nel bacino Geofor siano diffusi testimonia da solo il fatto che i Comuni non sono responsabili. Preme innanzitutto e più di tutto sottolineare come in questa vicenda i comuni facciano da gabellieri incolpevoli. La realtà, però, è questa e il prezzo che tutti, famiglie e imprese, siamo chiamati a pagare è causato da pessime scelte compiute a livello nazionale e regionale. Non comunale! I servizi di raccolta e igiene urbana sono di quanto più vicino al cittadino si possa immaginare. Logica vorrebbe che fossero i Comuni a stabilire quanto pagare per questo servizio”. Invece – evidenzia Bedini – il Governo Gentiloni nel 2017 ha riservato questo compito all’Autorità nazionale di regolazione dei servizi pubblici (ARERA). In modo squisitamente burocratico, ARERA ha stabilito quanto devono pagare i cittadini. Quelli di Pisa come quelli di Milano o di Palermo. Ruolo dei Comuni? Zero. Potere decisionale dei Comuni? Inesistente! Si deve ricordare che mentre ARERA stabilisce i costi del servizio, la strategia di sviluppo e la gestione del servizio stesso vengono decisi dall’ATO , cioè l’ambito territoriale che gli ideatori hanno “modestamente” definito ottimale e un gestore fino a oggi tutt’altro che efficiente. Nel nostro caso le province aggregate sono quelle di Pisa, Lucca, Massa Carrara e Livorno”.
Ancora l’assessore Bedini: “Gli ambiti così come configurati sono troppo estesi territorialmente e disomogenei per quanto concerne la tipologia dei territori serviti e la densità di popolazione negli stessi. Vanno completamente ripensati, ridisegnati. Per non parlare del modo col quale sono strutturati. Affidano il servizio, ma non hanno né mezzi, né know-how né personale per controllare la qualità del servizio, a garanzia dei soldi dei cittadini. “Ci stiamo organizzando”, ci dicono da ATO, ma il problema è che si doveva arrivare già organizzati o mettere i Comuni in condizione di continuare il lavoro di controllo, che a volte, come a Pisa, è di un livello altissimo. Si parla di servizi essenziali per i cittadini che richiedono conoscenza e vicinanza al territorio, uno stretto rapporto tra chi gestisce e chi usufruisce del servizio, una forte flessibilità per rispondere alle esigenze immediate. Il gigantismo amministrativo ideologicamente ricercato e pervicacemente praticato in ogni sfera della politica dalla Regione Toscana è arrivato al tramonto”.
“Per i rifiuti si tratta quindi – conclude Bedini – di tornare a una gestione di ambito inter o anche intraprovinciale, con ATO individuati sulla base di criteri oggettivi di conformazione del territorio e tenendo conto della densità di popolazione, e soprattutto che vedano i Comuni protagonisti. Un sistema tariffario che sappia premiare chi sceglie di puntare sulla raccolta differenziata e di avere comportamenti responsabili sui temi dell’ambiente. Il primo passo in questa direzione è l’avvio di un confronto nazionale perché le tariffe non siano decise burocraticamente a Roma, ma a livello territoriale. Nell’aumento di quest’anno paghiamo anche l’enorme aumento di spesa legato ai costi per il personale, legato alle numerose internalizzazioni fatte nei mesi scorsi. Internalizzazioni che noi abbiamo sostenuto, perché crediamo fermamente nel principio “parità di salario a parità di mansione”, da garantire ai lavoratori che ogni giorno provvedono a questi servizi essenziali di prossimità. È chiaro, però, che la concretizzazione di questo principio non poteva essere a saldo zero. Mi auguro che i maggiori compensi e le maggiori garanzie siano di stimolo per i dipendenti di Geofor, che fanno un lavoro fondamentale per Pisa”.