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La Toscana è la terza Regione italiana per utilizzo degli anticorpi
monoclonali nella cura dei pazienti Covid. E’ quanto emerge dal
monitoraggio settimanale effettuato da Aifa, l’Agenzia italiana del
farmaco.
Attualmente i pazienti Covid trattati con il farmaco monoclonale sono 619.
Le prime 1.080 fiale di anticorpi monoclonali sono arrivate in Toscana tra
il 22 e il 23 marzo scorso. L’approvvigionamento avviene ora a cadenza
bisettimanale con quantità più che sufficienti.
Questo tipo di farmaco è progettato per legarsi alla proteina spike di
Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule
dell’organismo. Può essere utilizzato solo in ospedale e su pazienti lievi
o paucisintomatici.
“Questi risultati sono frutto di un importante lavoro di squadra –
commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. I professionisti di
tutte le nostre Aziende sanitarie e ospedaliero universitarie sono
impegnati in prima linea nella cura e assistenza dei pazienti Covid. La
possibilità di utilizzare questi farmaci ci lascia ben sperare. Anche la
nostra Regione è fortemente impegnata nello sviluppo degli anticorpi
monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani
ricercatori, guidati dallo scienziato Rino Rappuoli. Quando sarà finita la
fase di sperimentazione, anche noi saremo in grado di produrlo e di
utilizzarlo. Spero, al più tardi, entro l’Estate. La cura della malattia
al suo esordio può contribuire a salvare molte vite umane e a contenere la
diffusione del virus. Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina
contro il Covid”.
“Il fatto che la Toscana sia tra le prime in Italia per utilizzo degli
anticorpi monoclonali dimostra quanto funzioni l’integrazione tra la rete
territoriale, dove le usca o i medici di medicina generale intercettano il
paziente Covid, e gli ospedali dove il paziente viene indirizzato per la
somministrazione del farmaco – afferma l’assessore alla sanità, Simone
Bezzini -. L’utilizzo di questa terapia funziona se esiste uno stretto
collegamento tra ospedale e territorio, in quanto nella maggior parte dei
casi si tratta di pazienti situati presso il proprio domicilio. Questo è
frutto di uno straordinario lavoro di squadra tra professionisti del nostro
sistema sanitario”.
La maggior parte di questi pazienti si trova in isolamento domiciliare.
Sono, quindi, le squadre usca (unità speciali di continuità
assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti
per il trattamento. Tramite apposita scheda di pre-arruolamento,
predisposta dalla Regione Toscana sulla base delle indicazioni Aifa, i
pazienti vengono individuati e indirizzati ai centri specialistici più
vicini per il trattamento. A oggi sono stati individuati 33 centri prescrittori specialistici distribuiti su tutto il territorio regionale e la quantità di farmaco destinato all’Italia è più che soddisfacente per coprire i fabbisogni di tutte le Regioni.
“La Toscana ha chiesto ad Aifa un ampliamento dei criteri di
eleggibilità dei pazienti candidati al trattamento con anticorpi
monoclonali, in modo da utilizzare questo farmaco in un numero più elevato di assistiti. Questa richiesta è al vaglio della commissione tecnico
scientifica di Aifa”, conclude Francesco Attanasio delle Politiche del
Farmaco della Regione Toscana.