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In questi giorni sui giornali locali sono apparsi diversi articoli, seguiti anche da interventi sui social media, dai quali abbiamo appreso come numerosi cittadini di Cascina, con lettera rivolta al sindaco Betti, all’assessore Cipolli e ad ARPAT, chiedano la sospensione dei lavori di installazione di una antenna ripetitore 5G nel terreno dell’ex giardino botanico, adiacente alle loro abitazioni site in via del Volontariato e zone limitrofe.
Dal contenuto apprendiamo che i sottoscrittori della richiesta, sorpresi dall’inizio dei lavori, si siano preoccupati per le prevedibili conseguenze derivanti dai campi elettromagnetici, generati dalla installazione di una nuova stazione radio base, in una zona già interessata da un traliccio dell’alta tensione, ossia dove persistono campi elettromagnetici che, verosimilmente, possono incidere negativamente sulla salute di tutti i residenti nell’area circostante.
Risulta dalla stampa che, in merito, il Sindaco, nel dichiararsi impossibilitato all’intervento richiesto dai cittadini, ha espresso la volontà di ripiantumare gli alberi nell’ex giardino botanico, senza precisare quale ne sia lo scopo. Coprire l’orripilante antenna? Limitare le emissioni elettromagnetiche? È palese che tutta la questione è stata gestita, dal primo cittadino, in maniera approssimativa, essendosi limitato ad addossare le eventuali responsabilità alla precedente amministrazione. È evidente che, ignorando l’argomento, Betti sta adottando il percorso politico più semplice e veloce, ovvero quello dello SCARICABARILE. Non ci risulta infatti, che nessuna informativa sia stata effettuata nei confronti dei residenti interessati, come del resto non c’è all’ordine del giorno dei lavori del consiglio comunale e delle commissioni consiliari competenti l’argomento relativo alla vicenda delle Stazioni Radio Base, visto l’enorme dibattito di questi ultimi mesi.
Il consigliere Lazzerini, nella sua funzione istituzionale, precisa: “Invito il Sindaco, quale vertice della tutela sanitaria sul territorio, ad abbandonare la politica dell’irresponsabilità, e a far prevalere il mandato conferito dai cittadini, affrontando rapidamente l’argomento all’interno degli organi di governo, ovvero il consiglio comunale”