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Proseguire insieme l’opera di rafforzamento del sistema sanitario
regionale, anche per affrontare nel modo migliore l’emergenza covid. È
questo l’obiettivo di fondo della pre-intesa sottoscritta il 10 febbraio
dalla Regione e da tutte le 10 Organizzazioni sindacali della dirigenza
dell’area sanità.
L’accordo conferma la volontà delle parti di mantenere in essere un luogo
permanente di confronto, come già avvenuto nella fase acuta della seconda
ondata della pandemia, in cui confrontarsi apertamente per perseguire
meglio il comune obiettivo di rafforzare e migliorare con continuità il
sistema sanitario regionale.
Il documento sottoscritto indica con chiarezza alcune questioni rilevanti
nell’ambito della gestione delle risorse umane, assumendo l’impostazione
strategica che il personale deve essere collocato al centro del sistema
sanitario regionale.
“L’impostazione strategica sulla quale ci siamo perfettamente
riconosciuti – ha commentato l’assessore alla sanità Simone Bezzini – è
che per soddisfare le esigenze di salute dei cittadini con qualità ed
efficienza è necessario che il personale sanitario sia collocato al centro
del sistema. In una fase così difficile occorrono professionisti motivati,
perché la qualità del servizio dipende principalmente da loro”.
Concretamente l’intesa fissa alcuni importanti orientamenti sotto il
profilo contrattuale.
Innanzitutto si stabilisce l’attribuzione di una priorità assoluta alle
procedure di stabilizzazione dei professionisti con contratti a termine,
utilizzando la massima quota di riserva di posti messi a concorso
(attualmente fissata nel 50 per cento degli stessi).
Vengono inoltre rideterminati i fondi contrattuali (le risorse impiegate a
tal fine sono di circa 4,5 milioni), in attuazione delle indicazioni del
cosiddetto decreto Calabria, che mantiene invariata la media pro-capite dei
fondi a fronte di un eventuale incremento del personale dipendente.
Si stabilisce inoltre l’assegnazione alle aziende, con imputazione al
bilancio 2020, di 4,25 milioni di euro, da ascrivere ai fondi condizioni di
lavoro della dirigenza, con la finalità di riconoscere l’impegno dei
professionisti che hanno operato in carenza di copertura di posti in
dotazione organica. L’assegnazione avverrà in proporzione agli organici di
ciascuna azienda, con destinazione finalizzata a incrementare la
remunerazione dei turni di guardia notturna e festiva svolti nel 2020 e dei
turni di reperibilità sostitutivi dei turni di guardia.
E ancora, la revisione congiunta del sistema complessivo di reclutamento
della dirigenza sanitaria nel SSR, per rendere più chiare le regole che lo
presiedono e più efficiente il sistema complessivo.
Viene previsto anche l’impiego nel sistema sanitario dei medici
specializzandi frequentanti il 4° e 5° anno delle scuole di
specializzazione mediante contratti di lavoro subordinato a tempo
determinato. Si tratta di contratti che offrono maggiori tutele dei
contratti libero professionali e costituiscono una ‘riserva’ per la
successiva acquisizione di un contratto a tempo indeterminato nella
medesima posizione.
Inoltre, viene definito un percorso pluriennale teso a far affluire risorse
ai fondi relativi al salario accessorio, quantificate complessivamente
nell’ordine di 15 milioni di euro, per colmare il divario esistente tra il
valore pro-capite medio dei fondi nelle diverse aziende toscane e
successivamente elevare lo stesso valore medio al livello medio nazionale.
Sono esplicitamente richiamate, a questo scopo, le previsioni del Patto per
la salute già sottoscritto dalle Regioni e dal Ministro della salute, in
cui è sancita la destinazione alla contrattazione integrativa di risorse
aggiuntive entro il tetto del 2 per cento del monte salari 2018.
La prima fase di riallineamento deve favorire, gradualmente e
progressivamente, le aziende la cui media pro-capite dei fondi contrattuali
risulti inferiore alla media regionale; parallelamente, tutti i fondi
aziendali dovrebbero elevarsi per tendere ad allinearsi alla media
nazionale, sulla base delle risorse via via disponibili e nel rispetto dei
limiti di legge. L’afflusso di risorse ai fondi, fermo restando l’obiettivo
prioritario del riequilibrio, sarà indirizzato anche a dare riconoscimento
economico ai professionisti che ricoprono posizioni logisticamente e
funzionalmente disagiate in strutture periferiche di piccola e media
dimensione ovvero in presidi oggettivamente sottodimensionati in termini di
organico (in particolare settore emergenza-urgenza e 118).
“Preso atto – precisa a quest’ultimo proposito Bezzini – che i fondi
contrattuali costituiti in Regione Toscana per l’area della dirigenza
medica, da quest’anno area sanità, sono inferiori a quelli di altre
Regioni, con questo accordo assumiamo un impegno concreto per superare
questa situazione in modo condiviso. Allo stesso tempo – prosegue –
dobbiamo affrontare con decisione il tema di come assicurare una
qualificata presenza di specialisti nelle sedi periferiche. Prevedere
adeguate forme di incentivazione è sicuramente una prima azione
importante, cui ne dovranno seguire altre per raggiungere l’obiettivo
comune”.
Nella parte finale dell’intesa, Regione e rappresentanze sindacali si danno
reciprocamente atto di avere aperto un confronto strutturato inerente
all’organizzazione e al funzionamento dell’attività libero professionale e
del sistema di emergenza-urgenza/118, le cui risultanze saranno oggetto di
formalizzazione e diffusione nei prossimi mesi.