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Il benessere dei più giovani a rischio con la pandemia: riflettori puntati sui disagi dei bambini e ragazzi toscani in commissione Sanità

Mattinata di audizioni, quella di mercoledì 17 febbraio, in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), che si sono focalizzate in maniera particolare su infanzia e adolescenza e sui problemi di malessere psicologico durante la pandemia. Dopo aver infatti ascoltato il coordinatore dell’Organismo toscano per il governo clinico (Otgc), Mario Cecchi, in merito all’organizzazione, la struttura e i compiti dell’organismo, si sono susseguite l’audizione della Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi, in merito all’attività dell’ufficio e all’impatto del Covid-19 sugli adolescenti, e l’audizione della presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino, in merito alle misure di politica della salute della Regione anche a seguito dell’emergenza sanitaria.

Ne è emerso un quadro con molte ombre, soprattutto per quanto riguarda lo stato dei più giovani in questo ultimo anno. Maria Antonietta Gulino ha citato alcuni dati derivati da studi sui disagi psicologici di bambini e ragazzi: il 71 per cento di loro ha manifestato disturbi di ansia, del sonno, in area somatica, fenomeni di regressione, instabilità emotiva e tendenza alla depressione, il 22 per cento ha manifestato alterazioni nel rapporto con il cibo, il 32 per cento ha guadagnato peso, il 45 per cento ha manifestato il bisogno impellente di frequentare amici. Per quanto riguarda gli adolescenti sono aumentati i casi di suicidio e i tentativi di suicidio. “A questo proposito – ha spiegato Gulino – si sono dimostrati utili gli interventi nelle scuole, ma non tutte le scuole in Toscana, solo 220, hanno attivato il bando finanziato dal ministero”. Ultima nota dolente, quella degli episodi di violenza domestica, triplicati durante l’emergenza Covid-19 e che vedono come vittime donne e bambini. Per questo, ha sottolineato la presidente, è necessario organizzare il lavoro nel post pandemia, per riuscire a promuovere il benessere psicofisico di tutti i cittadini “e la loro presa in carico, per quanto riguarda la salute mentale, diminuendo le liste di attesa”. La salute, soprattutto quella dei più giovani, passa anche attraverso il benessere psicologico e intervenire con un supporto di assistenza primaria e su base territoriale “evita in prospettiva che si generino problemi sanitari”. Su questo l’Ordine degli psicologici ha presentato una serie di proposte operative, che saranno oggetto di un ordine del giorno che la commissione Sanità preparerà nelle prossime settimane. Il progetto, ha concluso Gulino, avrebbe come conseguenza anche quella di sgravare i pediatri e i medici di base dal carico di richieste di aiuto per malesseri di tipo psicologico e diminuirebbe anche l’accesso ai pronto soccorso per questo tipo di patologie.

Un focus sulle condizioni dei minori in questo periodo è stato fatto anche dalla Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Toscana. Camilla Bianchi ha ricordato le numerosissime iniziative da lei intraprese dopo la nomina, avvenuta dopo una “vacatio” di cinque anni e quindi con molte difficoltà di tipo organizzativo. Bianchi ha spiegato che, se fin dai primi mesi l’azione si è concentrata sul contrasto alla violenza, la povertà educativa, l’affidamento, la tutela dei minori stranieri non accompagnati, con l’esplodere dell’epidemia si sono moltiplicate le segnalazioni di problemi. Nella prima fase di chiusura si è dovuto affrontare il problema del ricongiungimento con i figli per chi si trovava fuori dalla propria residenza, poi sono arrivati gli appelli dei bambini portatori di bisogni speciali; nella seconda fase sono emersi nuovi bisogni “che hanno portato i Garanti di tutta Italia – ha detto Bianchi – a chiedere al governo nazionale un piano straordinario sull’infanzia e l’adolescenza”. Negli ultimi mesi sono cresciute moltissimo le segnalazioni sui disagi di bambini e ragazzi ad affrontare la didattica a distanza e il rientro a scuola con le nuove limitazioni, i dubbi sui corretti dispositivi da utilizzare, l’aumento di casi di manifesta povertà educativa.