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Domani si aprono ufficialmente i saldi invernali 2021. Secondo le stime della Confcommercio, i toscani che decideranno di fare acquisti a prezzi scontati hanno messo da parte circa 115 euro a testa per l’occasione. Poco più della media nazionale, ferma a 110, ma molto al di sotto di quelle 160 euro spese un anno fa in occasione dei saldi invernali 2020.
“Veniamo da un anno drammatico, con prospettive molto preoccupanti per il futuro” afferma la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa e presidente di FederModa Toscana Federica Grassini. “Dopo la seconda ondata non abbiamo potuto lavorare per oltre un mese, perdendo occasioni importantissime come il periodo del Black Friday e lavorando a singhiozzo nelle festività natalizie, condizionate dalle restrizioni. Nei primi giorni del 2021 le vendite promozionali e gli sconti su alcuni prodotti ci hanno permesso di recuperare un po’ di liquidità, ma ancora non è niente a fronte dei fatturati letteralmente crollati negli ultimi mesi. E’ chiaro che con l’arrivo dei saldi che rappresentano un volano importante per l’economia e soprattutto un’opportunità per i consumatori che possono acquistare i prodotti tanto desiderati a prezzi ribassati nei negozi vicino casa, auspichiamo in un’inversione di tendenza”.
Un auspicio che si misura al cospetto di una realtà estremamente difficile: “la pandemia ha inciso profondamente non solo sul potere di acquisto delle famiglie, ma anche sullo stile di vita e di consumo. Tra smartworking, assenza di occasioni sociali, feste e cerimonie, c’è stato un crollo nelle motivazioni che spingono a rinnovare il guardaroba. E il nostro comparto, che già veniva da anni difficili, ne è uscito in ginocchio. La voglia di reagire c’è, ma abbiamo i magazzini pieni e veniamo ormai da tre stagioni nelle quali abbiamo soltanto contratto debiti. Necessario subito un sostegno al settore” – spiega la presidente: “Se da una parte i saldi servono per incassare la liquidità necessaria per pagare tasse, dipendenti, fornitori, affitti, costi fissi e utenze, ma anche per far fronte agli investimenti necessari agli ordinativi delle nuove collezioni, dall’altra non rappresentano certo un momento di sviluppo, perché quest’anno abbiamo lavorato in totale rimessa, con fatturati crollati dal 50 all’80 per cento, ed è già un miracolo riuscire a pagare i costi fissi che, in un momento così drammatico sono rimasti inspiegabilmente e ingiustamente invariati”.
Tra i capi più ricercati ci saranno quelli all’insegna di comodità e praticità: su tutti sneaker, maglioni, giubbotti. In generale, secondo l’indagine della Confcommercio Toscana almeno sei famiglie su dieci parteciperanno ai saldi (992.400 sul complesso di 1.654.000 famiglie residenti), spendendo ciascuna circa 264,5 euro per un totale di oltre 262milioni di euro. Ovvero, oltre 100 milioni in meno rispetto allo scorso anno. “Numeri che evidenziano la crisi del settore moda, tra i più colpiti dalla crisi. La voglia di reagire c’è ed è forte”, sottolinea Federica Grassini, “puntiamo a cambiare l’offerta, a trovare nuovi canali di vendita sfruttando web e social. Ma senza aiuti adeguati rischiamo un collasso. Ecco perché abbiamo chiesto al Governo una serie di provvedimenti a sostegno del settore moda, come la detassazione delle scorte di magazzino, un taglio degli affitti, la sospensione fino alla fine dell’anno dell’incasso dei titoli di credito e contributi a fondo perduto per recuperare almeno in parte la perdita di fatturato”.