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A Pisa il convegno internazionale “Ṯawrat al-karāma, memorie, percorsi e analisi a 10 anni dalla rivoluzione tunisina”

A 10 anni dalla rivoluzione tunisina, l’Università di Pisa organizza, in modalità online, un convegno internazionale con ospiti i principali esperti e studiosi della Tunisia contemporanea. L’appuntamento è per mercoledì 13 e giovedì 14 gennaio, una due giorni di confronto e approfondimento con 30 relatori, quattro sessioni di studio pomeridiane (dedicate ad analizzare rivoluzione, transizione, economia-diritti-migrazioni e arte) e due momenti serali di approfondimento culturale su cinema e musica underground. Il convegno internazionale si intitola “Ṯawrat al-karāma: memorie, percorsi e analisi a 10 anni dalla rivoluzione tunisina” ed è organizzato dalla professoressa Renata Pepicelli del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Ṯawrat al-karāma, ovvero la “rivoluzione della dignità” è uno dei nomi con cui i manifestanti hanno definito la rivoluzione che ha portato alla caduta del dittatore tunisino Zine el-Abidine Ben Ali. Sono passati 10 anni da quando il 14 gennaio 2011 il presidente è stato costretto a dimettersi in seguito alle ingenti proteste che si sono sviluppate in tutto il paese a partire dall’immolazione del venditore ambulante Muhammad Bouazizi. La caduta del regime tunisino ha fatto da scintilla per lo scoppio di ingenti movimenti di protesta, rivolte e rivoluzioni in tutto il mondo arabo. Per mesi la regione del Nord Africa e del Medio Oriente è stata attraversata da sommovimenti che ne hanno riscritto la storia.

Quattro capi di stato sono caduti (Ben Ali in Tunisia, Mubarak in Egitto, Gheddafi in Libia, Saleh in Yemen), sono divampate 3 guerre civili e internazionali in Siria, Yemen e Libia, sono state realizzate una serie di riforme istituzionali in una serie di contesti come il Marocco, e il jihadismo ha trovato un terreno fertile per attecchire. In questo quadro la rivoluzione tunisina è considerata l’unica esperienza di successo di questa incredibile stagione politica sviluppatasi tra il 2010 e il 2011 e la cui onda lunga arriva fino ai tempi presenti nelle rivolte che hanno attraversato Algeria, Iraq, Sudan e Libano tra il 2019-2020 oltre che nelle proteste che continuano ad avere luogo nei diversi paesi del mondo arabo contro crisi economica, corruzione, mancanza di democrazia.

A 10 anni di distanza dalla fuga di Ben Ali e dagli eventi che ne sono seguiti in Tunisia e nel mondo arabo, il convegno intende ricordare la rivoluzione tunisina e analizzare la traiettoria politica economica sociale e culturale che si è sviluppata nel paese fino ad oggi.

Figure di primo piano del panorama intellettuale e accademico tunisino e italiano si confrontano su punti di forza e di debolezza della rivoluzione e della transizione tunisina, mostrando i chiaro-scuri del percorso intrapreso. Una serie di obiettivi importanti sul piano della transizione democratica sono infatti stati raggiunti: riconoscimento della libertà di espressione e di associazione, approvazione di una nuova costituzione nel 2014, realizzazione di elezioni libere nel 2011, 2014 e 2019, maggiore coinvolgimento delle donne nella vita politica e rafforzamento dei loro diritti dal punto di vista legislativo.

Tuttavia a uno sguardo da vicino questa narrazione di pieno successo della transizione tunisina vacilla. Nella pratica molti dei diritti assicurati dalla nuova costituzione del 2014 (dal diritto al lavoro, all’ambiente pulito, all’accesso all’acqua, alla salute…) non sono applicati e una grave crisi economica attanaglia il paese contribuendo a cronicizzare la crisi politica e le migrazioni, mentre la crescita dell’estremismo violento e le dure risposte dirette a contrastarlo limitano le libertà acquisite e mettono in discussione la tenuta democratica del paese.

Tra gli interventi degli studiosi tunisini invitati si ricordano quello del giurista tunisino Yadh Ben Achour, già presidente dell’Alta commissione per le riforme in Tunisia impegnata a supervisionare la riforma della costituzione e membro del comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite; e quelli dei docenti universitari e giornalisti Hatem M’rad (Università di Tunisi), Maryam Ben Salem (Università di Sousse), Baccar Guerib (Università di Jendouba), Hamadi Redissi (Università di Tunisi), Larbi Sadiki (Università del Qatar), Olfa Belhassine (giornalista), Kais Zriba (giornalista).

Il convegno è dedicato alla memoria di Lina Ben Mhenni, attivista, blogger, candidata al premio Nobel per la pace 2011 e prematuramente scomparsa nel 2020 e a tutte le donne tunisine che hanno fatto la rivoluzione e tutti i giorni continuano a lottare per dignità, giustizia, libertà.

Link per partecipare: https://www.cfs.unipi.it/conf/210113-thawrat-al-karama. La diretta Teams sarà trasmessa anche sulla pagina Facebook Studi Arabo-Islamici Università di Pisa.