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Presentata un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente
Il caso dei cavalli morti al Centro di recupero gestito da IHP (Italian Horse Protection) a Tignano (Volterra) arriva in Parlamento con un’interrogazione presentata dall’Onorevole Patrizia Prestipino (Pd) ai ministri della Salute e dell’Ambiente.
Dopo due anni e 19 cavalli morti, infatti, non c’è ancora nessuna certezza sulla causa dei decessi: questo fa sì che non si possa escludere l’intervento doloso e che la gestione quotidiana delle attività del Centro che accoglie cavalli maltrattati – riconosciuto dal ministero della Salute nel 2009 – sia costantemente emergenziale.
“Abbiamo chiesto ai due ministri se non ritengano opportuno avviare un tavolo di ricerca per studiare e confrontare i dati delle analisi effettuate da diverse autorità ed enti con l’obiettivo di chiarire la causa o le cause dei decessi, così da garantire la sicurezza e il benessere degli animali ospiti del Centro – dice l’onorevole Prestipino -. Abbiamo chiesto ai ministri quali impegni intendano assumere per dare una risposta rapida ad una vicenda che si protrae ormai da due anni”.
La prima morte improvvisa di un cavallo sano e senza altre patologie a carico risale al dicembre 2018, poco dopo il trasferimento dell’associazione nella sede di Tignano: ne sono seguite altre 18, con dinamiche praticamente identiche. Ad oggi né le indagini dei Carabinieri del nucleo forestale, né le verifiche tossicologiche su acque e pascoli, né le autopsie e le altre indagini post mortem hanno fornito una risposta chiara sulle cause di quello che rimane un mistero.
“Ringrazio di cuore l’onorevole Prestipino per aver portato questa vicenda drammatica all’attenzione dei ministeri competenti – dice il presidente di IHP, Sonny Richichi -. Non avere risposte certe sulla causa delle morti mette quotidianamente a dura prova lo staff e i volontari dell’associazione: non sapere da cosa dobbiamo proteggere i nostri animali ci fa vivere in uno stato di emergenza continua ormai da troppo tempo. Su questa vicenda non può e non deve calare il silenzio: scoprire cosa è accaduto è importante anche per ampliare la conoscenza medico-veterinaria e quindi per la tutela del cavallo in generale”.