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Incassi crollati in media dal 60% all’80%, 20 miliardi di euro di consumi bruciati, 20 mila negozi chiusi definitivamente con conseguente ricaduta sull’occupazione di oltre 50 mila addetti. E’ impietosa la fotografia e il bilancio di fine anno che Federica Grassini, presidente di Confcommercio Provincia di Pisa e presidente regionale di Federazione Moda Italia scatta sul settore dei negozi alla moda, una costellazione di 115 mila punti vendita tra negozi di abbigliamento, accessori, calzature, articoli sportivi: “Siamo in ginocchio e i nostri margini sono ridotti a zero. Il settore paga pesantemente gli effetti devastanti del Covid, del crollo dei consumi, dieci volte maggiore rispetto alla media di tutti gli altri settori, e indirettamente anche le chiusure di bar, ristoranti, palestre, piscine, teatri, per non parlare della cancellazione di tutti gli eventi e le cerimonie, ai quali si aggiunge l’impatto negativo dello smart working sugli acquisti per abiti di lavoro, che generano un importante volume di acquisti. E così 20 mila negozi chiuderanno in tutta Italia, circa 200 in provincia di Pisa, e quelli che ancora resisteranno hanno davanti solo di debiti: debiti con l’erario, debiti con i proprietari immobiliari, debiti con i fornitori. Viviamo di collezioni stagionali, ordinate almeno 8 mesi prima, con ingentissimi investimenti di centinaia di migliaia di euro in merce che è ferma in magazzino, come accaduto per la stagione primavera/ estate e con il passare del tempo perde progressivamente il proprio valore”.
“Le chiusure di Natale e Capodanno hanno aggravato ulteriormente il quadro e se non si interviene urgentemente, sopravvivere ancora per noi sarà impossibile” – ammette la presidente, mentre snocciola una serie di richieste in otto punti considerate essenzali per il settore moda, già inoltrate a Governo e Parlamento, tra cui: