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Regione toscana, in sinergia con altre associazioni per realizzare interventi sul monte Serra

Insieme per far rinascere il bosco sui Monti Pisani. La Regione Toscana, in
sinergia con la Comunità del bosco dei Monti Pisani Onlus e la società
OLT Offshore LNG Toscana, ha promosso la realizzazione di interventi sui
soprassuoli del Monte Pisano danneggiati dall’incendio del 2018. Saranno azioni in grado di favorirne la ricostituzione e il miglioramento,
valorizzando i servizi eco-sistemici delle aree distrutte dal fuoco,
contribuendo ad implementare le azioni di tutela dell’area forestale e
garantendo interventi funzionali anche alle attività di fruizione e di
valorizzazione turistica.

È stata firmata per questo l’intesa tra, Regione Toscana, OLT Offshore LNG
Toscana e Comunità del Bosco del Monte Pisano Onlus che hanno deciso di
unire le loro forze e collaborare per favorire il ripristino della
vegetazione, prevenire il dissesto idrogeologico e accrescere
l’attrattività turistica delle aree del Monte Pisano.

In particolare, la stipula del protocollo operativo – tra la Società e la
Comunità del Bosco – ha permesso di individuare le modalità più efficaci
per portare a termine l’opera di riforestazione e riqualificazione.

Si tratta di un investimento di 60mila euro in 3 anni che sarà finanziato
da OLT, che nell’ambito delle attività di “Corporate Social
Responsibilty” (CSR) legate al progetto “L’Energia del Mare – Fare con
e per il Territorio”, sta sviluppando interventi capaci di intercettare
le esigenze sociali del territorio che ospita il proprio impianto. La qualità e la prosperità della vita locale, come sostiene la Comunità
del Bosco, è sempre più legata alla capacità di raggiungere nuove intese
a favore della gestione del territorio tra una pluralità di soggetti
pubblici, privato di impresa e no profit. Le sfide ambientali odierne
richiedono nuove soluzioni e azioni concrete da realizzare per la
produzione di beni collettivi ambientali. In accordo con l’Unione Europea e
con il piano per il Green Deal che ha posto al centro dell’attenzione la
riduzione del consumo di risorse non rinnovabili e il contrasto alla crisi
climatica, la salvaguardia e l’ampliamento delle superfici boscate
rappresenta elemento centrale per la creazione di futuro.

Secondo il programma di lavoro, le attività, progettate e dirette dalla
Comunità del Bosco, inizieranno entro fine dicembre 2020. Nel progetto, la Regione Toscana supervisionerà e monitorerà le azioni
concordate.

Da un’esperienza drammatica, abbiamo capito come dove e quando
intervenire e abbiamo lavorato insieme per un comune obiettivo. – ha detto
la vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi – Abbiamo
sperimentato la legge regionale che ha istituito le Comunità di bosco che
sostengono un bosco curato e presidiato come lo è stato per tanto tempo
che diventa dunque anche una fonte di reddito preziosa, abbiamo coinvolto
una società come OLT che sottolinea la sua presenza con interventi come
questo, a vantaggio di tutta la comunità. Le azioni concrete che abbiamo
messo in campo anche grazie a questa intesa, sono il segno dello spirito
con il quale abbiamo voluto far rinascere un bosco così drammaticamente
distrutto, rendendo fruibile e gestibile un territorio complesso sotto
l’aspetto della forestazione, ma di una straordinaria bellezza e di una
valenza ambientale di grande rilievo”
.

Un’impresa responsabile – ha sottolineato Giovanni Giorgi,
amministratore delegato di OLT -. non può limitare il raggio di azione
alla propria infrastruttura, deve dialogare con il territorio e capirne le
istanze. Questo è lo spirito del nostro programma di CSR, L’Energia del
Mare. Nello specifico, il patrimonio naturale della Regione Toscana è
immenso e non possiamo permetterci di perderlo”. Questo progetto di riforestazione – ha aggiunto Maurizio Zangrandi, amministratore delegato di OLT – oltre a contribuire al ripristino ambientale di un’area fortemente colpita, consentirà anche l’assorbimento di CO2 e di inquinanti. Un altro step verso un modello di impresa sempre
più sostenibile e integrato nel territorio”.

“Il progetto di ripristino di un’area percorsa dall’incendio del 2018 in
località Monte Grande del Monte Pisano, che si realizzerà con il supporto
di OLT Offshore LNG Toscana, e il coordinamento della Regione Toscana – ha
dichiarato Maurizio Meucci, presidente della Comunità del bosco del Monte
Pisano Onlus è coerente con l’azione della nostra Comunità del bosco,
nata nell’ottobre del 2019, dopo l’incendio che ha distrutto una vasta
porzione di territorio del Monte Pisano per contrastare le crisi che il
cambiamento climatico e una gestione non corretta e coerente del
territorio, determina. La Comunità del bosco è nata per incamminarsi su
questa strada ed ha trovato nei comuni dell’area e nella Regione Toscana
degli interlocutori propositivi. OLT ha mostrato interesse a condividere un
pezzo di questo percorso. L’ambizione è che dopo il primo intervento altri
ne potranno seguire, anche valorizzando tutte le politiche esistenti, per
costruire spazi di futuro per le generazioni presenti e attese”.

Dopo il tragico evento del settembre del 2018 Regione Toscana ha intrapreso
un percorso che avviasse in tempi rapidi la ricostituzione delle superfici
forestali andate distrutte. Accanto all’azione diretta coordinata tra
l’Unione Montana Alta Val di Cecina e il Comune di Calci, è stato
possibile dare una risposta pressoché immediata ai primi lavori di
salvaguardia, mentre la forte sensibilizzazione della comunità ha reso
possibile la costituzione della prima Comunità di Bosco della Regione,
assieme alla quale lavoriamo oggi in sinergia per restituire al Monte
Pisano il suo importante ruolo di patrimonio naturale ed ambientale comune. Il sostegno attivo di soggetti privati come OLT facilita la realizzazione di questo percorso.

Questo primo intervento che Comunità del bosco e OLT Offshore LNG Toscana
realizzeranno, unitamente a quelli già eseguiti sul Monte Serra da Regione
Toscana, servirà per consolidare una metodologia di intervento volta a
risanare le profonde devastazioni prodotte dagli eventi che da settembre
2018 a febbraio 2019 hanno polverizzato ben oltre 1.000 ha di bosco coperti
interamente da vegetazione. La principale linea guida per la ricostruzione
del soprasuolo è orientata verso lo sviluppo di latifoglie, caratterizzate
da una loro maggiore resistenza al fuoco, rispettando i principi di
naturalità e biodiversità peculiari del luogo. In base alle specie
arboree, è ipotizzabile che le 1.350 piante che andremo a ricollocare su
Monte Grande contribuiranno a stoccare una quantità di CO2, calcolata con
l’utilizzo di valori medi per piante a maturità, pari a oltre 5.300 t.