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Santa Croce, presentato il progetto: “Un muro da ricordare”

Per raccontare “Un Muro per ricordare” è necessario iniziare dalle parole condivise che Romano Masoni ha messo insieme e che appartengono al collettivo di artisti santacrocesi che daranno vita al progetto:

Noi vogliamo raccontare questi giorni malati, interrogarci su questo nostro tempo sospeso e sui disastri che abbiamo combinato, vogliamo parlare di pandemia e di natura violata, minacciata e oltraggiata. Perché il pittore anche se prova a cantare il mondo e a seminare meraviglie, non vuole certo rimuover la morte che c’è. Eccome se c’è. E allora versa immagini come fosse sangue e le cauterizza qua e là tentando di frenare l’emorragia.I contenuti e le forme appartengono all’inventario creativo degli otto pittori invitati, tutti di Santa Croce sull’Arno: Becchetti, Brotini, Lambertucci, Leoncini, Masoni, Salvadorini, Sgherri e Bobò per aver lavorato a Villa Pacchiani per dieci anni. I “Pensieri” di Pascal accompagneranno i pittori in questo loro viaggio. Essi raccontano il loro scontento sopra un Portale di m. 6,60×6,73, pensato e progettato dall’Architetto Paolo Giannoni. Il muro su cui verrà installato il Portale dei nostri “mutamenti” è il muro esterno della Chiesa Collegiata di San Lorenzo, quello di via Pipparelli. Sopra quel muro il nostro contagio diventerà universale.E’ questo il tempo dell’arte, dell’angoscia di questi giorni frantumati e vuoti.Insomma noi vogliamo diventare frecce della memoria, testimoni per i tempi che verranno e proporre visioni a visioni, sguardi a sguardi e che il Contagio avvenga con l’arte”.

In queste parole è già racchiuso molto di quello che è il progetto: un grande portale quadrato, in lamiere assemblate, che sarà appeso alla parete della Chiesa Collegiata di San Lorenzo in fondo a via Pipparelli, la strada del Proposto, come la ricordano a Santa Croce, in quella che sembra davvero una quinta pronta ad ospitare contenuti artistici. Sarà un’opera laica che racconterà della nostra umanità sofferente richiamando all’attenzione l’arte, che in questi mesi è stata messa da parte, dando voce al racconto singolo di ognuno degli otto artisti coinvolti, che insieme costituiranno il racconto collettivo dell’arte che immagina e raffigura il Covid. Una memoria artistica santacrocese del Covid, introdotta da un testo di Pascal tratto da “I pensieri” (1623), che rende possibile accostare arte figurativa, poesia e riflessione filosofica ponendo sotto la nostra attenzione un messaggio universale, che sa attraversare spazi e tempi. Undici quadri che, come un unico quadro, contenuto in una cornice, diventano un portale rappresentativo di una nazione intera, coinvolta tutta quanta, nella battaglia contro la pandemia, nella fiducia che ci vedrà tutti vincitori anche attraverso la sofferenza che unisce l’Italia dallo scorso marzo.

Le opere nascono in forma pittorica e saranno poi digitalizzate e stampate su forex in modo da poter resistere alle intemperie. Il progetto si completa con l’intervento in via Turi, dove saranno apposte sei opere all’interno delle finestre cieche del muro del centro parrocchiale Giovanni XXIII; opere che racconteranno la storia di Santa Croce sull’Arno attraverso i suoi simboli e le sue memorie.

Il progetto è stato promosso dal Movimento Shalom onlus, mentre la parte tecnica è stata progettata e seguita dall’Arch. Paolo Giannoni. L’opera proposta dagli artisti santacrocesi ha trovato anche il sostegno convinto ed entusiasta di un gruppo di persone, molto legate a Romano Masoni e a Fulvio Leoncini, che si stanno adoperando per la realizzazione di questo intervento artistico che rimarrà a memoria del drammatico momento della pandemia.

“L’opera appesa, o meglio sospesa al muro della Chiesa Collegiata, si potrà ammirare in fondo a Via Pipparelli, o come la chiamiamo noi santacrocesi la Via del Proposto” – dichiara l’arch. Paolo Giannoni a nome di questo gruppo di santacrocesi – “sospesa come i nostri cuori di fronte ad un evento tanto tragico, sconvolgente ed imprevisto, un’idea per fissare la memoria di questo tempo e delle amare cicatrici che lascerà. L’arte, da sempre, è testimonianza del tempo vissuto e degli eventi che vi si svolgono e questa è un’occasione da non perdere per non dimenticare i sacrifici, i dolori, le privazioni e le morti che il Coronavirus ha provocato. Ci siamo stretti da santacrocesi attorno a questo progetto favoriti dalla pregevole adesione del Movimento Shalom onlus, rappresentato a Santa Croce sull’Arno da Don Donato Agostinelli. Per questo il nostro sostegno all’iniziativa è anche una testimonianza e un invito a tutti i nostri concittadini di usare la loro ben nota generosità affinché questo, come altri progetti, vedano la luce. Ovviamente tutto questo sarà fatto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, con la quale condividiamo l’idea che anche in tempi così bui e difficili l’Arte e la Cultura siano gli strumenti migliori per la convivenza sociale e civile. Santa Croce merita questo e molto altro!”

Questo progetto ci è stato presentato da Romano la scorsa estate” afferma il Sindaco Giulia Deidda “e ci ha colpito da subito l’urgenza artistica di cui Romano si era fatto portavoce. Otto artisti santacrocesi chiedevano un muro per raccontare con la pittura la loro visione del Covid, per trasformare la sofferenza in un messaggio potente, come solo l’arte può fare. La nostra è una comunità che crede molto nella memoria e noi non potevamo che accogliere positivamente questo progetto, sostenendolo per primi. Dal muro di via Pipparelli il passaggio all’idea di proseguire questo percorso artistico anche sul muro del centro parrocchiale di via Turi, è stato breve e il tutto ben si è inserito nel più ampio progetto di riqualificazione di via Turi e piazza Garibaldi presentato pochi giorni fa. Da Sindaco apprezzo molto che intorno al progetto si sia costituito un gruppo di santacrocesi amanti della cultura e dell’arte, che si sta dando da fare perché questa bella opera possa concretizzarsi”.

“Quello che stiamo vivendo è un momento epocale, che sconvolge e segna a livello di dinamiche mondiali, ed è per questo che deve essere raccontato fin da subito, perché non si perda nulla delle percezioni che il Covid ha provocato – continua l’assessore alla cultura Elisa Bertelli – abbiamo avviato diversi processi di raccolta di memorie sulla pandemia: questa estate abbiamo lanciato l’idea di diventare contenitore di memorie private scritte che ci permettessero di costruire un bagaglio di memoria collettiva per lasciare un segno che superasse nel tempo tutti noi. Il sostegno a “Muri per ricordare” si inserisce in questo solco. Un sostegno che va nella stessa direzione di continuare a investire in cultura anche in questi mesi difficili. Appena ci è stato possibile abbiamo inaugurato una nuova mostra a Villa Pacchiani, per poi sospenderla per effetto del dpcm ancora in vigore, e venerdì scorso abbiamo presentato la nuova stagione teatrale, pronta a partire appena la situazione nazionale ce lo permetterà. La cultura è per noi un bisogno essenziale ed un servizio pubblico al pari di tutto il resto, per questo abbiamo continuato a sostenerla convinti, come amministratori, di avere anche il compito di sostenere un’economia che più di altre si sta trovando in difficoltà. Sostenere questo progetto significa inoltre dare corpo ad una forma di arte che diventa pubblica nel senso più stretto del termine perché sarà fruibile da chiunque e per un tempo indefinito”.