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“Imprese e attività commerciali del nostro territorio rischiano l’estinzione! Se non fosse ancora chiaro, invitiamo la Regione a prendere provvedimenti immediati per scongiurare uno scenario catastrofico”. Federico Pieragnoli e Federica Grassini, direttore e presidente di Confcommercio Provincia di Pisa, lanciano un appello al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, proponendo cinque punti da applicare con urgenza per garantire la sopravvivenza alle attività di Pisa e provincia.
“Di fronte all’irresponsabilità del governo nazionale il presidente Giani deve prendere una posizione forte e chiara e ascoltare la voce di imprenditori, professionisti e commercianti, che dall’anno prossimo rischiano di chiudere bottega per sempre. Non c’è più un minuto da perdere, le misure condivise dal sistema toscano di Confcommercio vanno attuate subito, a partire dal ritorno immediato in Zona Gialla, o comunque dall’adozione di un provvedimento che consenta a bar, ristoranti e all’intera categoria dei pubblici esercizi di tornare a lavorare il prima possibile”.
I vertici di Confcommercio Provincia di Pisa chiedono poi “un risarcimento per i danni causati dalla pandemia alle attività commerciali, oltre alla cancellazione totale di ogni forma di imposizione fiscale relativa al 2020, l’applicazione dei rating bancari 2019 e un provvedimento che modifichi l’attuale disciplina delle locazioni commerciali, escludendo l’ipotesi di sfratto per inadempienza e rinegoziazione dei canoni di locazione su parametri adeguati all’attuale situazione”.
“Tutte le parti in gioco devono rendersi conto che chi ha potuto lavorare solo tre o quattro mesi su 12 non riuscirà a far fronte agli impegni di un intero anno. Anche le banche devono tenere conto di questa situazione di emergenza straordinaria” affermano Pieragnoli e Grassini “Per questo chiediamo che le imprese siano valutate con i rating del 2019, nel periodo in cui potevano lavorare senza limitazioni, e non di questo disgraziatissimo 2020”.
“La sicurezza dal punto di vista sanitario deve essere garantita, e possiamo affermare che le attività sono in condizione di assicurare il più assoluto rispetto delle misure precauzionali, come del resto hanno sempre fatto. La loro chiusura per le ultime tre settimane non ha procurato alcuna variazione nel livello dei contagi, a dimostrazione che la fonte di questi è evidentemente altra. Non si capisce perché in Lombardia e in Veneto e praticamente in quasi tutte le altre regioni, si possa lavorare in questo periodo prenatalizio, e in Toscana invece no”.
“Se non si mettono subito in campo queste cinque misure” concludono il direttore e la presidente “non ci sarà più tempo per gli appelli, ma solo disperazione e rimpianti per imprese e famiglie che rischiano di non superare questa crisi”.