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E’ un appello accorato quello che il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli lancia alla Regione e al Governo affinché i pubblici esercizi (bar, ristoranti, pasticcerie, etc..) possano riaprire e tornare a svolgere la propria attività durante le feste di Natale. Feste che da sole valgono il 20% del fatturato, per un valore di circa 8 miliardi di euro di consumi.
“Da un punto di vista sanitario la Toscana può essere considerata in zona gialla ed è ingiusto che migliaia di negozi e attività commerciali siano costrette a restare chiuse perdendo l’ultima vera possibilità di incasso” – spiega il direttore: “La nostra regione è passata in poche ore da gialla a zona rossa, adesso che le condizioni ci sono e i parametri sanitari sono migliori di altre regioni, è necessario e fondamentale fare il passaggio opposto, da rossa a gialla, senza che la solita burocrazia ci faccia perdere altro tempo prezioso, facendoci riaprire già da giovedì o al più tardi venerdì”.
“L’idea di imporre un coprifuoco generalizzato alle 22 per tutte le feste natalizie, con lo stop a bar e ristoranti alle 18 il 25 e 31 dicembre non ha alcuna motivazione scientifica. Ristoranti e bar sono stati i primi a chiudere ad inizio lockdown e sono tra le attività che più hanno investito in termini di sicurezza, distanziamento, impiego dei plexiglass, sanificazione e quant’altro. Nei primi 9 mesi il settore ha già perso 24 miliardi di euro, con tutte le conseguenze in termini di tenuta e di occupazione. Le quasi 3 mila aziende tra bar e ristoranti della provincia di Pisa come potranno ancora andare avanti se non si consente loro di lavorare almeno a Natale e a Capodanno, che da soli producono un giro d’affari a livello nazionale di oltre 700 milioni di euro?” – si domanda il direttore che rilancia: “I costi continuano a girare, le entrate sono azzerate, arrivare alla prossima primavera vivi, a queste condizioni, è praticamente impossibile”.
“Scongiuriamo ogni ipotesi di coprifuoco, imponiamo la chiusura alle 23, ma è decisivo riaprire le attività già da domani e consentire alle persone che lo vorranno di festeggiare Natale e Capodanno all’interno dei pubblici esercizi. Per quanto ci riguarda, dobbiamo salvare dalla chiusura 3.000 imprese pisane e garantire il posto di lavoro a più di 11 mila persone” – l’appello finale del direttore.