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Per alcune donne le quattro mura di casa non sono un luogo dove sentirsi al sicuro. Per qualcuno il lockdown significa non avere scampo. La violenza sulle donne si consuma prevalentemente in ambito familiare e purtroppo l’emergenza sanitaria da Coronavirus non ha fatto che accentuare un fenomeno che non cessa di perpetuarsi.
Il Comune di Castelfranco di Sotto ha ricordato la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne in modo simbolico. Sulla facciata del Palazzo Comunale di Piazza Bertoncini sono stati esposti lunghi drappi di tessuto rosso alle finestre. I componenti della Giunta Comunale, insieme ai dipendenti presenti in ufficio, hanno indossato qualcosa di rosso – una maglia, un foulard, un semplice nastro di raso appuntato al petto -, come segnale di vicinanza e solidarietà verso chi ogni giorno soffre per i soprusi di chi crede che la donna sia un oggetto da manipolare a proprio piacimento.
L’Amministrazione Comunale ha scelto di celebrare così il 25 novembre, non potendo organizzare eventi pubblici a causa della pandemia in corso. Un tentativo di sensibilizzare la comunità ad un problema che riguarda tutti e che spesso si nasconde molto più vicino di quanto si possa credere.
“Questo particolare momento di pandemia ha accentuato il già grave fenomeno di violenza sulle donne. E questo non è accettabile – ha affermato il sindaco di Castelfranco, Gabriele Toti – . In molti credono che il problema non li riguardi, invece la disparità di genere è presente in piccole e grandi ingiustizie quotidiane. Facciamoci caso e opponiamoci alla rappresentazione della donna come soggetto da schernire, attaccare, discriminare anche solo a parole. Il linguaggio è il primo veicolo di disuguaglianza. Stiamo attenti a come ci relazioniamo, perché la violenza è anche psicologica e, in molti casi, non è meno grave di quella fisica”.
“Le donne vittime di violenza devono sapere che non sono sole. Esistono supporti nell’ambito delle politiche sociali, ci sono associazioni, centri specializzati. Ascoltiamo le persone che ci chiedono il loro aiuto, invitiamole a denunciare. Spezziamo il cerchio della violenza. Ricordo il numero per antiviolenza e stalking attivato dalla Regione Toscana 1522”.
“Vorrei rivolgere un ringraziamento alla rete di presa in carico di donne vittima di violenza, a tutte le associazioni attive su questo tema, ai centri antiviolenza che quotidianamente affrontano casi difficili – ha commentato l’assessore alle Pari Opportunità, Chiara Bonciolini – . Il problema è culturale e per questo motivo dobbiamo lavorare tanto soprattutto sulle nuove generazioni perché si diffonda una cultura di effettiva parità di genere. Non si può parlare di violenza di genere senza promuovere in modo attivo politiche a sostegno delle donne. Conciliazione di tempi di vita e di lavoro, inserimento lavorativo, autonomia economica delle donne. Tutti elementi senza i quali una donna non può emanciparsi a livello sociale e personale”.