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Anche la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa aderisce a “Scholars at Risk”, il network internazionale delle istituzioni universitarie e degli istituti di ricerca che sensibilizza e che offre aiuto concreto a quelle studiose e a quegli studiosi che, nel mondo, subiscono restrizioni alla loro libertà accademica e di ricerca. L’adesione della Scuola Superiore Sant’Anna alla rete di “Scholars at Risk”, deliberata nelle settimane scorse dal Senato Accademico, si è subito concretizzata in due azioni: l’ospitalità, per un periodo di ricerca fissato in tre mesi, a un docente turco licenziato e privato dei suoi diritti civili, e l’organizzazione di un convegno, dal titolo “La libertà accademica a rischio: la solidarietà dell’Europa”, in programma per mercoledì 18 novembre. Promotori dell’adesione alla rete “Scholar at Risk” e delle iniziative correlate sono Francesco Strazzari, docente di Relazioni internazionali all’Istituto Dirpolis (Diritto Politica e Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna e Sevgi Doğan, ex borsista dello stesso Istituto della Scuola Superiore Sant’Anna e ora referente di “Scholars at Risk Italia” per la Scuola Normale Superiore. “A lungo data per scontata come un valore liberale chiave – spiegano Francesco Strazzari e Sevgi Doğan – la libertà accademica sta vivendo una battuta d’arresto significativa in molti paesi in tutto il mondo, a seguito dell’ascesa dell’autoritarismo, dell’anti-intellettualismo e del neoliberismo: dal Medio Oriente all’Asia, dall’Europa al America”.
Per garantire le sue due azioni concrete di supporto e di sostegno, la Scuola Superiore Sant’Anna ha selezionato, nella rete degli “Scholars at Risk”, il politologo turco Ali Ekber Doğan, nominato Visiting Fellow dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna. Il docente proviene dalla Germania, dove si era trasferito dopo il 2016, data del tentato colpo di Stato in Turchia. In quel periodo, Ali Ekber Doğan fu licenziato e privato dei suoi diritti civili con un decreto legislativo del Governo. Lo studioso fa parte della schiera degli oltre 2mila accademici turchi che, da tutto il mondo, avevano firmato la petizione per chiedere al governo turco di fermare le persecuzioni contro la società civile curda. Dopo il tentativo di colpo di Stato, il Governo annullò i diritti civili dei firmatari della petizione e ne seguirono licenziamenti e incarcerazioni.
“Con orgoglio abbiamo accolto il nostro primo visiting – spiega Francesco Strazzari -nell’ambito del programma di ‘Scholars at Risk’. Ali Ekber Doğan fa parte dell’ampio numero di persone della galassia di accademici e intellettuali che si trovano all’estero e che nella loro patria faticano a trovare spazio per insegnare. Ovunque, nel mondo – prosegue il docente – si registra un preoccupante aumento di pressioni e attacchi, anche armati, diretti a istituzioni di ricerca e di istruzione. L’università, in particolare, non è uno spazio rispettato. L’insegnamento libero è un valore costituzionale in Italia e in Europa. E in questo senso anche le Scuole di Eccellenza come la Scuola Superiore Sant’Anna cercano di dare dei segnali per dimostrare che l’Università non è una torre d’avorio, ma partecipa alle vicende della società e dimostra forme concrete di solidarietà”.
“L’ingresso della Scuola Superiore Sant’Anna nella rete ‘Scholars at Risk’ – conclude Francesco Strazzari – rappresenta quindi un passo importante che completa la presenza degli atenei toscani all’interno della più importante rete globale di solidarietà in difesa della libertà accademica, di ricerca, di pensiero e di insegnamento”.
Ali Ekber Doğan ha presentato la sua esperienza di “accademico a rischio” durante la conferenza di mercoledì 18 novembre dalle 9.00 alle 11.15 sulla “Libertà accademica a rischio: solidarietà in Europa”, organizzata dall’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna e da Scholars at Risk Italia. “Nata da riflessioni tra studiosi all’estero – spiega la promotrice Sevgi Doğan – questa conferenza si è basata sul caso della Turchia per interrogare il valore della libertà accademica oggi. Il contributo di esperti e attivisti ha lo scopo di inquadrare domande su come i diritti umani e la rete di solidarietà possono aiutare a proteggere la libertà accademica in Europa”. “La Turchia – prosegue Sevgi Doğan – rappresenta un caso importante di tali violazioni. Dopo il tentativo di colpo di stato del 2016, la reazione del governo ha portato al licenziamento o all’incarcerazione di molti accademici e giornalisti, che hanno osato esprimere opinioni critiche sull’attuale situazione politica. Molti di loro furono costretti all’esilio. Le reti della diaspora e degli attivisti hanno fornito supporto per aiutare gli studiosi a rischio a migrare in sicurezza e trovare sostegno nei paesi di esilio, in particolare in Europa e in Nord America”.
Per tornare alla conferenza di mercoledì 18 novembre, i lavori sono stati introdotti da Gaetana Morgante, docente di Diritto Penale e direttrice dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo); fra i relatori hanno partecipato Sevgi Doğan (Academic freedom: How to defend, how to protect?), Emanuele Sommario (Judicial Avenues to Defend Academic Freedom: the Role of Human Rights Law), Ervjola Selenica (che discute del libro di Aslı Vatansever, At the Margins of Academia. Exile, Precariousness, and Subjectivity, Brill, 2020). Moderatore è stato Francesco Strazzari.