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“Abbiamo avuto rassicurazioni dal sindaco Michele Conti, con il quale ho parlato personalmente, che a Pisa non ci saranno restrizioni diverse per i pubblici esercizi rispetto a quelle inseriti nell’ultimo dpcm. Quindi niente chiusura dei pubblici esercizi alle 23. E che, comunque, eventuali nuovi provvedimenti saranno concertati con le associazioni di categoria”. E’ Luigi Micheletti, presidente area pisana di Confesercenti Toscana Nord, a fare chiarezza sull’ipotesi che il Comune potesse anticipare di un’ora il limite di apertura dei pubblici esercizi rispetto a quanto deciso dal governo nazionale. “Appena paventata questa ipotesi per noi impraticabile – dice ancora Micheletti – ci siamo immediatamente rivolti al sindaco che ha spiegato la sua posizione confermandoci che non ci saranno modifiche rispetto all’ultimo dpcm. Anche sulla eventuale reintroduzione della ztl sui lungarni, ha garantito che ogni eventuale decisione passerà dal confronto con le associazioni di categoria”.
Associazioni di categoria che continuano a contestare l’ultimo provvedimento del presidente Conte in materia di orari di somministrazione e chiusura dei pubblici esercizi. “La chiusura anticipata dei locali inserita nell’ultimo dpcm, mette a rischio decine e decine di imprese della somministrazione e ristorazione – dice senza mezzi termini Massimo Rutinelli, presidente pisano del sindacato pubblici esercizi Fiepet Confesercenti -. Si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working. La pandemia ha già causato numerose chiusure, la perdita di posti di lavoro e le nuove misure di contenimento del virus vedranno abbassare ulteriormente i fatturati dei pubblici esercizi. Queste chiusure anticipate coinvolgono migliaia di imprese e famiglie che hanno lottato in questi mesi per rimanere a galla e speso tantissimo per il rispetto delle norme imposte dalla necessità di evitare il contagio. Oggi per loro arriva un ulteriore danno”. Rutinelli si rivolge quindi al governo nazionale ma anche alla Regione, comunque già interpellate dall’associazione, affinchè si mettano in campo misure urgenti, mirate e ben calibrate, per il settore. “Serve un contributo a fondo perduto a vantaggio delle imprese penalizzate da perdite di fatturato derivati dalle conseguenze delle misure di contenimento – conclude il presidente – e la proroga degli ammortizzatori sociali per il comparto. E ancora un intervento straordinario dello Stato per aiutare le imprese a sostenere i costi fissi (locazioni ed utenze in particolare), fino alla concessione gratuita del suolo pubblico anche per tutti 2021”.