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Sabato 3 ottobre alle 17.30 presso la chiesa dei Santi Bartolomeo e Giusto a Legoli (Pi), Simone Maioli presenterà il suo “Benozzo Gozzoli. Fuggire la peste”, con le illustrazioni di GayatriPallaviciniedito da Felici Editoree quarto volume della collana “Le Voci dell’Arte”, diretta da Giorgio Bacci.
In “Fuggire la peste” Simone Maioli ricostruisce i percorsi intrapresi da Benozzo Gozzoli nella sua produzione artistica rilevando gli aspetti storici e i tratti biografici di un uomo vissuto nel Quattrocento, secolo in cui la peste imperversò in Italia. In particolare, sono gli anni in cui il pittore vive a Pisa quelli più approfonditi dall’autore. “La parte più difficile di questo lavoro è stata quella di trovare un equilibrio tra la ricerca storica e la piacevolezza narrativa, perché questo libro non nasce per un pubblico erudito ma per un pubblico variegato che magari vuole conoscere l’opera di un pittore non solo attraverso la sua opera ma attraverso la vita, i tormenti, i dubbi che lo hanno accompagnato… Ho cercato di immaginarmi come la storia, con la s minuscola, potesse conciliarsi con la vita, le amicizie, la moglie, i figli, aspetti che rimangono ai margini della storia con la S maiuscola”.
Benozzo Gozzoli arriva a Pisa nell’inverno del 1468 e vi rimarrà per quasi 20 anni. Dopo l’Umbria e la Firenze di Piero de’ Medici, lo aspetta un’opera “terribilissima”, come la definirà Giorgio Vasari: il ciclo di affreschi per il Camposanto, grazie al quale si conquisterà un posto d’onore tra i maestri del Quattrocento toscano. Durante il soggiorno pisano, scoppia la peste e Benozzo si sposta in collina, a Legoli, dove, in un breve intervallo di tempo (tra il 1479 e il 1480), affrescherà uno dei quattro tabernacoli viari (gli altri sono il “Tabernacolo dei Giustiziati” di Certaldo, dipinto intorno al 1446 e così denominato per la sua funzione di punto di sosta, nonché per un’ultima preghiera, per i condannati a morte; il “Tabernacolo della Madonna della Tosse”, di Castelnuovo d’Elsa, del 1484; il “Tabernacolo della Visitazione”, detto anche delle Grazie, di Castelfiorentino, del 1491).
La tematica e l’iconografia riflettono il timore della pestilenza attraverso la passione di Cristo e altri temi votivi; traspare infatti la volontà di coinvolgere emotivamente i fedeli, che dovevano sentirsi accomunati di fronte al pericolo del contagio in un momento di angoscia collettiva.
Simone Maioli (Pontedera, 1980) è docente di Lettere in una scuola secondaria della provincia di Pisa. Da insegnante ha collaborato alla realizzazione di progetti sui temi della legalità e dell’inclusione che hanno ottenuto riconoscimenti di livello nazionale. Nel 2013 è uscita la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Verrà il tempo”. Nel 2014 hanno visto la luce la silloge dedicata agli antichi mestieri dell’appennino bolognese intitolata “A mani nude”, con una prefazione di Francesco Guccini, e l’antologia di racconti “Da che parte la guardi”.
Sabato 3 ottobreore 17.30,Legoli (Pi), Chiesa dei Santi Bartolomeo e Giusto
Interverranno
Renzo Macelloni, Sindaco di Peccioli
Simone Maioli, autore
Gerardo De Simone, Accademia di Belle Arti di Carrara