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Che sia fase 1, che sia fase 2, è bene chiarire una volta per tutte che la pedonalizzazione del Lungomare è un fatto storico e il merito è esclusivamente degli imprenditori del litorale che, contrariamente ad altri, sanno guardare oltre le contingenze e le specifiche situazioni del momento. E’ il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli a dissotterrare l’ascia di guerra, alla luce del fatto che la fase due dell’ordinanza sulla pedonalizzazione probabilmente non partirà, per intenderci quella che prevedeva la chiusura dalle 12 per tutti i giorni: “Quando si penalizza il lavoro delle imprese non possiamo certo affermare di essere contenti. Nonostante a parole tutti vogliano la pedonalizzazione, purtroppo sono intervenute logiche aberranti che non ci appartengono, veti incrociati, polemiche strumentali, discorsi a vanvera e alla fine l’amministrazione comunale ha scelto erroneamente una via di mezzo e un compromesso al ribasso che, in un momento così estremamente difficile per le imprese, finisce addirittura per compromettere e danneggiare le possibilità di lavoro di tanti imprenditori già adesso in grandissima difficoltà”.
Il direttore di Confcommercio si rivolge direttamente al sindaco Michele Conti, manifestando il profondo disagio che questo modo di agire sta creando alle imprese della città: “E’ un po come i gamberi, si fa un passo avanti e due indietro, si dice ma… poi forse, un colpo al cerchio e uno alla botte, si temporeggia e si vivacchia in attesa di tempi migliori. Ma nel frattempo le imprese chiudono, il lavoro manca e l’offerta di servizi della città, svuotata di turisti e di studenti, si riduce sempre di più. E’ del tutto inutile nascondersi dietro un dito: quanto sventolato e annunciato dal sindaco sull’utilizzo del suolo pubblico, sull’ampliamento del 40% non trova purtroppo risconti concreti, né sul litorale, né in città. Per avere una autorizzazione di suolo pubblico, invece del meccanismo automatico di concessione, se tutto va bene ci vuole un mese, e le lungaggini burocratiche pesano come macigni sul bisogno di ripartire di tante attività commerciali”.
“E’ del tutto chiaro che questo modo di agire non può portare nessun vantaggio” – conclude Pieragnoli – “e se il prossimo settembre le imprese del litorale pisano saranno costrette a chiudere, le responsabilità avranno un nome e un cognome precisi”.