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“Sottoscriviamo la posizione del consigliere comunale Maurizio Nerini sull’impossibilità, allo stato attuale, di prevedere una chiusura di via Maiorca. Le motivazioni sono valide così come l’impostazione di metodo. Che a nostro avviso deve essere applicata anche per la chiusura del lungomare di Marina che a breve passerà alle 12 e non più alle 17”. E’ ancora il presidente area pisana di Confesercenti Toscana Nord Luigi Micheletti, ad intervenire sulle questioni legate alla pedonalizzazione estiva a Marina di Pisa prendendo spunto dall’assemblea dei commercianti di via Maiorca alla quale ha preso parte anche il consigliere Nerini.
“Il consigliere comunale marinese ha interpretato in maniera impeccabile il ruolo che deve avere la politica ma anche quello delle associazioni di categoria – aggiunge Micheletti – quando afferma che “non si dispone ma si propone, non si ordina ma si legge e ci si informa”. Con gli slogan si ottengono consensi immediati, magari accontentando qualcuno. Senza però pensare alla collettività. Per via Maiorca, ma soprattutto per il lungomare, la pedonalizzazione deve essere la conclusione di un percorso di riqualificazione e di una riprogettazione della viabilità. Altrimenti le conseguenze per il tessuto commerciale, ma anche per i residenti, sono devastanti”. Il presidente area pisana si rivolge quindi all’assessore Pesciatini sulla questione della sperimentazione della prima fase di chiusura del lungomare.
“L’assessore al commercio, ma anche il suo collega Dringoli, in queste settimane hanno dichiarato che il provvedimento era sperimentale. Quindi crediamo che l’amministrazione comunale sia in grado adesso di tirare le fila dopo un mese di chiusura. Secondo noi basterebbe che l’assessore facesse due passi sul lungomare nelle ore più calde di un giorno infrasettimanale, per capire come la chiusura sia controproducente. Prima che sia troppo tardi e scatti la seconda fase con la chiusura tutti i giorni dalle 12 – conclude Luigi Micheletti –, chiediamo al sindaco Conti e agli assessori Pesciatini e Dringoli di rivalutare il provvedimento alla luce di un fallimento che è ormai palese a tutti”.