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Lo scorso 1 luglio il gip di Pisa ha notificato l’archiviazione della querela che nel 2019 Andrea Buscemi aveva presentato contro Carla Pochini, presidente della Casa della donna, ed Elisabetta Vanni, attivista della stessa associazione e promotrice della petizione online che, con oltre 45mila adesioni, chiedeva le dimissioni di Buscemi da assessore alla cultura del Comune di Pisa perché colpevole di stalking nei confronti della ex compagna Patrizia Pagliarone.
A comunicarlo con soddisfazione è proprio Carla Pochini che nel 2018, insieme alle attiviste della Casa della donna e a centinaia di cittadine e cittadini, aveva dato vita ad una lunga e animata protesta, arrivata fino al Parlamento europeo, che chiedeva le dimissioni di Buscemi da assessore, perchè giudicato colpevole di stalking dal Tribunale di Firenze ma mai condannato per avvenuta prescrizione.
“Dopo che lo scorso agosto il sindaco di Pisa Michele Conti ha ritirato la nomina di Andrea Buscemi ad assessore, eravamo soddisfatte ma non del tutto”, precisa Carla Pochini. “Rimaneva questa querela assolutamente pretestuosa che Buscemi aveva presentato dopo il pronunciamento della Cassazione che confermava la sentenza di colpevolezza emessa dal tribunale di Firenze. Per mesi – continua Pochini – Buscemi, anche a mezzo stampa, ci ha accusate in modo ignobile e strumentale di diversi reati dalla diffamazione alla molestia fino agli atti persecutori dandoci, addirittura, delle ‘naziste’. Oggi finalmente il gip archiviando la querela ha messo una parola fine a quella vicenda sottolineando l’infondatezza delle accuse che ci muoveva Buscemi”.
Soddisfatto anche Ezio Menzione, avvocato che ha curato la difesa di Carla Pochini ed Elisabetta Vanni, “il gip ha accolto le nostre argomentazioni dichiarando che da parte delle mie assistite non c’era l’intento di diffamare ma vi era solo una legittima critica. Quest’ultima è una precisazione importante – sottolinea Menzione – perché il giudice che ha disposto l’archiviazione non si è fermato alle questioni formali ma ha affrontato, seppur brevemente, la sussistenza o meno della diffamazione”.
“Quanto scrive il gip di Pisa conferma un principio sacrosanto. Criticare una scelta politica e chiedere, con proteste pacifiche, le dimissioni di un amministratore o di chiunque ricopra un incarico pubblico perché giudicato colpevole di violenza non è un atto diffamatorio e illegittimo ma un dovere civico”, afferma Carla Pochini. “Tutti i giorni nel nostro centro accogliamo donne che subiscono violenza e non possiamo certo tollerare che a chi esercita violenza sulle donne venga addirittura riconosciuto un ruolo istituzionale e di rappresentanza di tutta la cittadinanza. Tacere – conclude Pochini – significa colludere e noi sappiamo quanto la violenza sulle donne si alimenti di silenzio e indifferenza”.