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Le ragioni del Si’ di Rosa Bianca alla Moschea di Pisa

Il dibattito sulla possibilità di edificare una moschea a Pisa, interamente a spese della comunità dei musulmani della nostra città, è tornato con grande intensità in questi tempi. Dopo il goffo tentativo dell’amministrazione leghista di confondere il diritto di una comunità religiosa di disporre di un proprio luogo di culto con la variante urbanistica per lo stadio, si sono avvicendate roboanti dichiarazioni da parte di un pezzo della destra nazionalista e conservatrice che, in tali argomenti, tende a dare buoni consigli sentendosi come Gesù nel Tempio. Non perderemo parole e tempo per citarli, preferendo sottolineare le riflessioni pubbliche che, come Rosa Bianca Pisa, portiamo avanti in città, nelle relazioni informali e nelle posizioni politiche.

Come ribadito con generosa energia dal comitato per il Sì alla libertà di culto, che fraternamente ringraziamo per tale battaglia, la salvaguardia del diritto costituzionale alla libertà religiosa non può essere occultata con questioni urbanistiche che il TAR ha svelato nella loro inadeguatezza. Le “arrampicate libere” della giunta pisana per trovare un qualsiasi vizio di forma o pretestuose ragione ostative erano già iniziate nel luglio 2018. L’acquisto del terreno per l’edificazione della Moschea risale al 2013, il rilascio dei primi permessi di costruzione al 2016. La prospettiva della destra è chiara: rinviare sine die, appigliandosi a qualsiasi possibilità, proponendo il costante sottotesto del “voi non siete come noi e non vi vogliamo”. La Rosa Bianca sottolinea che il doveroso rispetto del diritto costituzionale alla libertà di culto consente alla comunità cittadina di arricchirsi, materialmente e spiritualmente, nello scambio con la presenza organizzata di una confessione religiosa presente a Pisa dal XII secolo. Malgrado le Crociate, che qualcuno vorrebbe riprendere fuori dal loro tempo, con Stati di confessione islamica l’antica Repubblica marinara aveva stipulato accordi commerciali dal secolo XI e la presenza di personalità di religione musulmana a Pisa è attestata dalla sepoltura in San Sisto del saraceno Abu Muhammad ben Ayan. La libertà di culto, pertanto, è un valore in sé, poiché permette l’espressione libera della persona nello spirito della Costituzione, ma anche un valore per sé, in quanto foriera di relazioni ulteriori, attive e pro-attive. Una cittadinanza consapevole e responsabile per il nostro tempo, specie quando pare quasi conveniente barricarsi in una definizione secca e vuota di “identità”, senza neanche metterla a fuoco in pienezza e nelle sue complessità, ha bisogno della libertà di culto e dell’affermazione del pluralismo religioso come valore, soprattutto se si vogliono mettere a frutto le storie di fede presenti da più tempo nel nostro territorio. È questo ciò che la destra nazional-conservatrice teme: che il confronto e la relazione con una presenza strutturata della fede islamica renda le altre fedi, come quella cristiana cattolica che ha recentemente festeggiato Ranieri Scacceri pellegrino di pace nel Mediterraneo, ancora più mature nel rapporto con la modernità. Allo stesso tempo, come Rosa Bianca di Pisa sosteniamo l’idea di costruzione della Moschea in quanto qualsiasi fede organizzata che struttura una propria presenza istituzionale contribuisce, in tal modo, a disporre di strumenti che contengono ogni estremismo individuale, evitando il fanatismo e ponendosi come corpo intermedio responsabile verso la comunità cittadina e i valori della Costituzione repubblicana.

Mettiamo tali riflessioni a disposizione delle forze politiche, sociali e culturali della città, in particolar modo nell’area progressista, antifascista e democratica, auspicando che il dibattito si evolva in modo positivo, serio e costruttivo.