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L’assessore alla mobilità del Comune di Pisa Massimo Dringoli interviene in seguito alle dichiarazioni del presidente del Parco Maffei Cardellini in merito alle modalità di accesso al Parco nei giorni del fine settimana.
«Le dichiarazioni del presidente del Parco pubblicate dalla stampa locale di sabato scorso hanno sicuramente il pregio di sollevare un problema divenuto di attualità: le modalità di accesso al Parco nei giorni del fine settimana. Il divieto di accesso alle auto tranne che per le “categorie deboli” posto attualmente non può, però, essere considerato come provvedimento definitivo, senza averne prima considerato attentamente le conseguenze ed avere studiato soluzioni alternative. Premesso che si concorda con l’obiettivo che ci si propone, cioè impedire che il Parco sia invaso dalle auto, e sia invece sempre accessibile a chi lo percorre a piedi o in bicicletta, sembra necessario chiarire alcuni punti, di seguito elencati».
La pista ciclabile
«Attualmente il viale delle Cascine è fiancheggiato in ambo i lati, nel tratto lungo circa 2.3 km che va da via del Capannone al Ponte delle Trombe, da due strisce delimitate da righe bianche che definiscono due fasce impropriamente chiamate “piste ciclabili”, mai istituite come tali da parte dell’Amministrazione Comunale. Per realizzare una vera pista ciclabile lungo il viale delle Cascine vi sono due possibilità. La prima prevede la realizzazione di una pista esterna alla corsia per i cavalli sul lato nord del viale, quindi in sede propria su terreno da espropriare. Con la seconda, invece, va ridisegnata la suddivisione dell’attuale viale, la cui larghezza complessiva di 9,70 metri consentirebbe la suddivisione in tre corsie, due per le auto ed una per le bici. È chiaro che la prima di queste soluzioni risolverebbe ogni problema, ma risulterebbe più costosa e richiederebbe maggior tempo, Anche limitando l’intervento al solo tratto via del Capannone – Ponte delle Trombe, la spesa presumibile si aggirerebbe intorno a 800mila Euro e il tempo necessario per espropri, progettazione, autorizzazione della Soprintendenza, appalto ed esecuzione è valutabile in circa due anni. La seconda soluzione sarebbe per contro molto più economica e veloce, ma, nel caso che si volesse mantenere l’attuale divieto di accesso alle auto, non risolverebbe affatto il problema della sosta delle auto sul viale, che impedirebbero non solo la corsia ciclabile, ma anche una di quelle per le auto».
L’autobus per San Rossore
«La richiesta di corse del TPL nel fine settimana per San Rossore è stata avanzata in passato alla direzione del CTT Nord, ma è stata considerata antieconomica, anche valutando che questa ipotesi si prenda in considerazione solo nei giorni di corse all’ippodromo. Una loro attivazione si può pensare, tuttavia, che possa essere utile per facilitare l’accesso al Parco di qualche turista, ma non può essere risolutiva perché possano servirsene le migliaia di persone (talvolta anche decine di migliaia) a cui piace passare qualche ora all’interno di San Rossore. Rispettando il distanziamento per il Coronavirus un autobus può portare al massimo 40 persone. Anche pensando di poter effettuare ogni giorno 20 corse all’andata e 20 al ritorno e (ipotesi improbabile) di riempirle tutte, vincolando comunque gli utenti a prenotare la corsa del ritorno, con questo mezzo potrebbero essere trasportate a San Rossore al massimo 800 persone al giorno, certamente molto meno di quelle che in certi giorni intendono andarci. Ciò non significa che si debba desistere dalla proposta di attivare una linea regolare di autobus per San Rossore, ma avendo comunque ben presente che non può essere la sua mancanza una giustificazione al divieto di accesso alle auto. C’è, piuttosto, da chiedersi se la direzione del Parco intende, o meno, facilitare l’accesso al Parco di migliaia di persone, e, in particolare, come consentire loro l’accesso se a novembre potesse riprendere la stagione delle corse».
Limitazione delle auto nel Parco
«Preso atto di quanto sopra, crediamo che allo stato attuale non si debba vietare l’accesso al Parco a tutte le auto, limitandolo però ai soli parcheggi presso l’ippodromo e quindi ad un numero di utenti corrispondente alla capacità dei parcheggi. Dando diritto al parcheggio, l’accesso con la propria auto potrebbe essere a pagamento, effettuabile anche con tessere magnetiche acquistabili in città e accesso con sbarra comandata elettricamente. Il divieto di accesso a tutte le strade interne al parco al di fuori dei parcheggi dell’ippodromo dovrebbe essere interdetto a tutti disponendo sbarre comandate elettricamente, fatta eccezione per le “utenze deboli” che potrebbero essere dotate di tessere gratuite. Le strade del Parco sarebbero quindi così percorribili solo a piedi o in bicicletta, aprendo per queste ultime anche l’accesso da via delle Lenze, attualmente chiuso, che consentirebbe di effettuare un giro più ampio del Parco. Una soluzione di questo tipo permetterebbe di realizzare la pista ciclabile sul viale delle Cascine nella forma più economica e veloce sopra citata, mentre il rifiuto del Parco ad attuarla non potrebbe avere altra conseguenza che la sosta sul viale delle Cascine sulla sedicente “pista ciclabile” attuale».
«Si è ben consapevoli – conclude l’assessore Massimo Dringoli – che l’attuazione di quanto proposto non potrà essere immediata, anche se i tempi necessari non appaiono eccessivamente lunghi. In attesa che questo possa avvenire, se il Parco intende collaborare alla soluzione del problema e, in particolare, a impedire la sosta sulla ciclabile del viale delle Cascine non potrà che riaprire l’accesso al parco alle auto, limitato ai parcheggi dell’ippodromo e per ora gratuitamente, impedendo con semplici transenne l’accesso a tutte le altre strade. L’analisi dello stato di fatto dimostra che non si può riversare la responsabilità di quanto avvenuto negli ultimi fine settimana alla mancanza di un servizio di autobus o di una vera pista ciclabile, né appare razionale rimandare la soluzione all’inizio della stagione delle corse, quando sarà giocoforza confrontarsi con l’accesso di migliaia di cittadini».