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Con cinque progetti finanziati – di cui tre come coordinatore e due come partner – l’Università di Pisa si colloca tra gli enti più “premiati” delle prime due edizioni del Programma PRIMA, la partnership per l’innovazione del settore idrico e agro-alimentare nell’area mediterranea promossa dall’Unione Europa con la partecipazione di 19 paesi. Beneficiari di questi finanziamenti sono i dipartimenti di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali e di Scienze veterinarie dell’Ateneo pisano per un contributo totale di circa 1.5 milioni di euro.
Il programma PRIMA è nato con l’obiettivo di costruire conoscenza e soluzioni innovative in ricerca e innovazione per la gestione delle risorse idriche, un’agricoltura sostenibile, cibo e filiera alimentare nell’area mediterranea. Tra i partecipanti ci sono 11 paesi membri dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia. Il programma è finanziato attraverso una combinazione di fondi provenienti in parte dagli Stati aderenti e in parte dal programma Horizon 2020.
I cinque progetti finanziati all’Università di Pisa (uno in risposta al bando del 2018 e quattro a quello del 2019) si inseriscono perfettamente in questa area di ricerca. Il primo è SIMTAP – Self-sufficient integrated multi-trophic aquaponic systems for improving food production sustainability and brackish water use and recycling, coordinato dai professori Alberto Pardossi del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali e Carlo Bibbiani del dipartimento di Scienze veterinarie. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di circa 953 mila euro (di cui circa 280 mila euro all’Unipi), e vede come paesi partecipanti l’Italia, la Francia, la Germania, la Turchia e Malta. Il suo scopo è realizzare un sistema acquaponico multitrofico per la produzione alimentare di pesci e piante di acqua salmastra. Il pesce sarà alimentato con mangime prodotto da alghe, vermi e molluschi, in sostituzione parziale o totale di materie prime quali le farine, gli oli di pesce e le proteine vegetali.
Il secondo progetto è FIGGEN – Valorising the diversity of the fig tree, an ancient fruit crop for sustainable Mediterranean agriculture, coordinato dal professor Tommaso Giordani del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, che ha ottenuto un finanziamento di circa 1 milione di euro (di cui 378 mila euro all’Unipi). Obiettivo della ricerca, che ha come paesi partecipanti Italia, Spagna, Tunisia e Turchia, è la valorizzazione e la produzione sostenibile del fico nel Mediterraneo, un frutto antico che presenta un grande potenziale di espansione grazie a preziose qualità nutrizionali, energetiche e nutraceutiche.
Il terzo progetto è FEDKITO – Fresh food sustainable packaging in the circular economy coordinato dalla professoressa Barbara Conti del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. Finanziato con circa 840 mila euro (di cui 390 mila euro all’Unipi), il progetto propone l’uso di chitosano, un polimero naturale, aromatizzato con olii essenziali per proteggere frutta, verdura, carne e latticini da attacchi di insetti e funghi e dall’ossidazione degli acidi grassi insaturi prolungando la durata di conservazione dei prodotti alimentari mediterranei deperibili durante la post-raccolta e in condizioni di stoccaggio. I paesi partecipanti sono Italia, Francia, Grecia, Marocco, Tunisia.
HaloFarMs – Development and optimization of halophyte-based farming systems in salt-affected Mediterranean soils è un altro progetto di cui l’Università di Pisa è partner con la professoressa Annamaria Ranieri del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. Finanziato con circa 848 mila euro (di cui circa 200 mila all’Unipi) HaloFarMs svilupperà e ottimizzerà nuovi sistemi di agricoltura sostenibile per la regione mediterranea basati sull’uso intelligente delle piante alofite per valorizzare le terre degradate e non sfruttate. I paesi partecipanti sono Tunisia, Italia, Egitto, Spagna, Francia, Portogallo.
Il quinto progetto è iGUESS-MED – Innovative greenhouse support system in the Mediterranean region: efficient fertigation and pest management through IoT based climate control, che ha avuto un finanziamento di circa 1.5 milioni di euro (di cui 233 mila euro all’Unipi). L’Ateneo pisano è partner con il professor Luca Incrocci del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. I paesi partecipanti sono Spagna, Italia, Tunisia, Turchia e l’obiettivo è creare un innovativo software a basso costo, fruibile su un qualsiasi smartphone, che permetta, tramite una rete di sensori posti in serra e sulle piante coltivate e l’uso di modelli e di algoritmi matematici, di consigliare l’agricoltore sulla gestione del clima in serra, dell’irrigazione, della concimazione e della difesa della coltura, in particolare del pomodoro.
I risultati conseguiti sono certamente il frutto dell’impegno crescente dei docenti dell’Università di Pisa nella progettazione europea, come dimostrato dal boom di finanziamenti nel triennio 2017-2019. A questo si somma anche l’aiuto ottenuto nella preparazione dei progetti tramite il servizio di supporto alla redazione di proposte progettuali, attivato dal 2018 presso la Direzione Servizi per la Ricerca e il Trasferimento Tecnologico.
L’ottimo esito ottenuto dall’Ateneo pisano è anche dovuto all’impegno profuso nel seguire “da vicino” il programma fin dalla fase della sua genesi, partecipando agli incontri preparatori e diffondendo con un anticipo competitivo le informazioni utili ai nostri docenti. “Con questo stesso spirito di partecipazione e networking proattivo – spiega il professor Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore alla ricerca europea e internazionale – stiamo cercando di essere sempre più presenti come Ateneo in diversi tavoli e consessi europei strategici per la ricerca. Non a caso tra le misure di incentivazione attivate è stato aggiunto anche il bando Net4UNIPI che mira proprio ad intensificare le attività di rete con l’obiettivo di accrescere la capacità di sviluppare progetti e collaborazioni europee”.
Nel 2018, grazie al Programma PRIMA, sono stati finanziati 36 progetti, 29 di essi coinvolgono una o più unità di ricerca italiane di cui 11 coordinati da enti italiani per un finanziamento totale di 10 milioni di euro. Nel 2019 sono stati finanziati 44 progetti, 34 di essi coinvolgono una o più unità di ricerca italiane di cui 14 coordinati da enti italiani per un finanziamento totale di 12 milioni di euro.