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Grazie a un tweet si getta un ponte di solidarietà fra Italia e Iraq per la condivisione del sapere
Basta un tweet per superare l’isolamento da pandemia, andando oltre il “lockdown” delle scorse settimane, gettando le basi per un ponte culturale fra Italia e Iraq. Grazie anche al contributo della biblioteca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa studentesse, studenti, ricercatrici e ricercatori dell’Università di Mosul possono accostarsi ad articoli scientifici, documenti e studi finora di difficile accesso per gli effetti delle devastazioni legate al regime dell’Isis nel paese.
Tutto nasce da un tweet con il quale la Scuola Superiore Sant’Anna annunciava la prosecuzione a distanza dei servizi della biblioteca per i suoi utenti, durante il periodo del “lockdown”. Un #restiamoconnessi che ha attirato l’attenzione di Angela Boskovitch, giornalista culturale italiana impegnata sul fronte della promozione della cultura e della ricostruzione della Central Library dell’Università di Mosul. Incendiata e distrutta dall’Isis, la Central Library dal 2017 prova a risorgere anche grazie a una catena di solidarietà che va dall’Europa agli Stati Uniti. Uno degli anelli, adesso, è anche in Italia, grazie alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Silvia Alessi è una delle referenti dei Servizi Bibliotecari della Scuola Superiore Sant’Anna e una delle artefici dell’avvio di questa collaborazione: “Qualche giorno dopo aver diffuso un post sui servizi digitali offerti durante il ‘lockdown’, siamo stati contattati da Angela Boskovitch che ci chiedeva la disponibilità di mettere le nostre risorse al servizio della Central Library di Mosul. L’ok della nostra responsabile, Carla Papa, è arrivato subito e ci siamo messe al lavoro per trovare il modo di aiutare questa istituzione. Siamo così entrate in contatto con il direttore della biblioteca di Mosul Sayf Al Ashqar che, entusiasta, ha accolto la nostra proposta”. Silvia Alessi spiega: “Ci siamo informati sullo stato di questa istituzione e le immagini che abbiamo visto sul web sono impietose. Quella biblioteca è stata distrutta, è un ‘tizzone’. Ci hanno raccontato che i dipendenti, fra l’altro 93 su 120 sono donne, durante il regime di occupazione dell’Isis, si recavano al lavoro terrorizzati ma con la voglia di resistere. L’Isis ha distrutto migliaia di libri di questa biblioteca, che svolgeva per tutta la città – e non soltanto per la comunità scientifica – un fondamentale servizio di presidio culturale”.
Lo staff della Biblioteca della Scuola Superiore Sant’Anna ha così attivato un indirizzo email per gli utenti della Central Library. “Potranno inviarci richieste – spiega ancora Silvia Alessi – e noi ci impegneremo per fornire loro risposte. Vorremmo fare di più, perché questa biblioteca ha bisogno anche di testi non puramente scientifici, ma per un pubblico più ampio. Noi siamo la biblioteca di una istituzione scientifica e le nostre pubblicazioni sono orientate su settori specializzati. Docenti, ricercatori, ricercatrici e tutto il personale di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di solito pubblica in lingua inglese e certamente questo, per la comunità accademica irachena, è un importante valore aggiunto”. Nel frattempo, la biblioteca della Scuola Superiore Sant’Anna sta lavorando per inviare, terminata l’emergenza sanitaria globale, testi cartacei che potranno contribuire ad arricchire e ricostituire il patrimonio fisico della Central Library di Mosul.